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Da: Partito Lega di Emilia Romagna.

«Occorre pensare da subito ad un pacchetto di misure che consenta alla nostra agricoltura di affrontare la crisi in atto, tutelando la nostra produzione e i numerosi posti di lavoro. Subito in campo le misure a costo zero, dunque, come il taglio della burocrazia e le linee guida per l’inserimento degli antagonisti naturali dei patogeni che infestano le nostre campagne. Senza contare l’urgenza di provvedimenti che favoriscano il reperimento di manodopera per le nostre campagne, in previsione dell’inizio della stagione di raccolta di meloni, fragole, pomodori e così via». A chiederlo alla Regione Emilia-Romagna, per quanto di sua competenza, è il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, che invoca misure urgenti e un tavolo di lavoro permanente per affrontare urgentemente la crisi che pare irreversibile dell’agricoltura. «Ci sono aziende agricole al collasso, che chiedono la sospensione dei mutui e altre misure per una stagione frutticola (quella scorsa) che ha segnato il punto più basso degli ultimi anni – dice Bergamini – e le ultime settimane hanno, se possibile, aggravato ulteriormente la crisi, fra siccità, gelate notturne e il problema dei patogeni, come la cimice asiatica e la maculatura bruna». In queste ore è partita anche (in anticipo) la stagione irrigua, con i Consorzi di Bonifica che stanno mettendo in campo tutte le energie possibili, «per garantire almeno il 70% del personale addetto ed il 30% di quello impiegatizio, anche grazie allo smart working, pur nell’ulteriore emergenza Covid-19 – osserva Bergamini –. Ci sono alcuni vincoli burocratici, in alcuni casi, che impediscono alla filiera di poter operare in modo compiuto e penso che lo snellimento della parte burocratica, in una fase di emergenza, sia una “riforma” che si possa attuare a costo zero». Le imprese agricole attendono anche «un decreto che sancisca in modo chiaro la sospensione dei mutui – oltre i 12 mesi – per le imprese colpite da calamità nello scorso anno, ed anche le Linee Guida che il Ministero non ha ancora emesso per regolare l’introduzione dei nemici naturali della cimice asiatica, calcolando che per gli effetti di questa azione di contrasto ci vorranno alcuni anni». Questo per mettere al sicuro la produzione della pera, che conta nel distretto che comprende la provincia ferrarese il 70% della produzione nazionale, messa in ginocchio da una concausa di elementi. «In attesa di una riflessione organica sul tema delle molecole fitofarmaceutiche che le normative non permettono più di utilizzare – conclude Bergamini – ragioniamo su quello che si può fare nell’immediato: semplificazione normativa, Linee Guida chiare dal Ministero e nuovi strumenti assicurativi che siano all’altezza delle mutate esigenze. Riforme che si possono attuare praticamente a costo zero, ma assolutamente inderogabili».

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