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Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

BEN 50 IDEE PROETTUALI SCATURITE DA ‘PONTI PER L’EUROPA’

Durante l’evento finale del progetto sono stati restituiti gli esiti del percorso partecipato

Una fattiva partecipazione del territorio nel disegnare il proprio futuro e una cinquantina di idee progettuali da candidare ai fondi europei della programmazione 2021-27. Questo l’esito del progetto ‘Ponti per l’Europa’, che venerdì 18 dicembre è giunto alle battute conclusive, le quali si sono rivelate non essere tali, dal momento che, visto il successo dell’iniziativa, Giovanni Lolli, presidente della Fondazione CFP Cesta ha già annunciato per febbraio un secondo momento di attività.
L’evento finale, moderato dal giornalista Alberto Lazzarini, si è tenuto in video conferenza, trasmessa proprio da dove aveva preso inizio, la sala consigliare del Comune di Copparo. Il benvenuto è dunque stato portato dal sindaco ospite Fabrizio Pagnoni, che ha delineato le criticità dell’Area Interna Basso Ferrarese emersi da ‘Ponti’ e sui quali ci si dovrà concentrare: «scarso sistema di mobilità, alto divario digitale, basso tasso di scolarizzazione, alta disoccupazione e disallineamento fra domanda e offerta nel mondo del lavoro». «A questi elementi – ha spiegato – abbiamo cercato di dare risposte attraverso il contributo di tutti coloro che hanno preso parte a questo percorso che vedrà una successiva fase improntata già a una visione post covid».
Ha portato il suo saluto anche il presidente dell’Unione Terre e Fiumi Andrea Zamboni, cha ha aperto rilevando il chiaro richiamo di ‘Ponti per l’Europa’ alle strategie dell’Area Interna Basso Ferrarese denominata proprio ‘Fare Ponti’, con i suoi 16 interventi. «L’immagine del ponte rappresenta il collegamento fra realtà, città e costa, così vicine dal potersi vedere, ma a volte così lontane da non ricontrarsi. Creare connessioni significa appunto cucire una serie di potenzialità che rimarrebbero isolati, invisibili e inespresse. Bisogna dunque saper cogliere le opportunità in tal senso».
Anche i sindaci di Tresignana Laura Perelli e di Fiscaglia Fabio Tosi hanno sottolineato l’una «la rilevanza dell’aspetto partecipativo e del coinvolgimento propositivo, di cui le istituzioni devono fare tesoro per ragionamenti di prospettiva» e l’altro «il valore del confronto, quale occasione rilevante per i nostri territori, anche grazie ai ponti fra le progettualità e i finanziamenti legati a politiche regionali ed europeee, che devono essere massimizzati».
A Caterina Ferri di Secis Servizi l’illustrazione delle modalità e dei risultati di ‘Ponti’, attivato dal 23 ottobre scorso. Cittadini, mondo associativo, tessuto economico, associazioni di categoria hanno avuto a disposizione tre canali di partecipazione: le cartoline, 778 delle quali compilate, i questionari online, con 99 esiti, e i cinque laboratori territoriali, che l’emergenza ha imposto da remoto, a cui hanno aderito qualificati relatori. «Tre le priorità – ha sottolineato -: incoraggiare un ponte generazionale, tra giovani e anziani, favorire la partecipazione civica di quelle fasce della cittadinanza a maggior rischio di esclusione e generare un elevato impatto territoriale, per ampiezza del partenariato, articolazione dell’intervento, risultati attesi e attività».
Questo metodo di lavoro basato su un approccio di coinvolgimento ‘dall’ascolto alla proposta’ si è tradotto in una cinquantina di progetti, come riferito da Giovanni Lolli. «Tre gli obiettivi di sviluppo territoriale, di cui è precondizione la digitalizzazione – ha spiegato -. Un territorio più attrattivo, per attrarre appunto imprese e nuova economia, lavoratori, giovani e famiglie; un territorio più competitivo, per supportare l’economia locale, completare le filiere e sviluppare innovazione e resilienza; un territorio più inclusivo, per favorire l’integrazione e l’autonomia e ridurre l’isolamento». Senza dimenticare l’aspetto abitativo e di riqualificazione territoriale, a cui ha fatto rifermento nel suo intervento il direttore Acer Diego Carrara.
Anguel Konstantinov Beremliysky, project/process manager – directorate-general for Regional and Urban Policy, ha dato conto dell’approccio dell’Europa. Partendo dalla pandemia, che oltre all’aspetto sanitario, esercita ed eserciterà un impatto forte sui territori e sulla loro resilienza. «Si pensa a breve termine a una risposta alla crisi, nel medio a una riparazione della crisi e nel lungo termine dauna ripresa dell’economa e della società, nel cui piano confluiranno 750 miliardi di euro, di cui più 11,3 per l’Italia nel solo 2021 in aggiunta alle dotazioni degli Stati membri». Beremliysky si è soffermato poi sulla politica di coesione, per cui l’Italia riceverà 42 miliardi di euro e che nel 2021-2027 si concentrerà sulla competitività economica attraverso la ricerca e l’innovazione e la promozione dei diritti sociali.

«Priorità sono un’Europa più intelligente, più ecologica, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini, a fronte della rilevanza assunta dalla dimensione del coinvolgimento delle comunità nelle scelte importanti. Strumenti ne sono investimenti territoriali integrati, sviluppo locale partecipativo e strumenti territoriali».

Le conclusioni sono state affidate a Barbara Lori, assessore con delega alle Aree Interne della Regione Emilia-Romagna, che ha rimarcato l’importanza del coinvolgimento attivo nelle quattro Aree Interne regionali.

«In tal senso vi abbiamo troviamo un’adesione significativa e una progettualità importante, la cui accelerazione è prevista anche a livello nazionale – ha evidenziato -. Tanto che nelle prossime programmazioni la prospettiva è quella di proseguire, nel sessennio 2021/2027, nell’ottica di una trasformazione da una politica sperimentale, come è stato il filone 2014/2020, in una politica strutturale. Punto di riferimento è la riduzione delle diseguaglianze territoriali e sociali, che sono al centro dell’impegno della Regione. Gli accordi di programma quattro vedono risorse per 68 milioni di euro e 130 interventi da cui si trarranno benefici tangibili, nel segno anche dell’accelerazione dovuta proprio a una strategia stabile e strutturale, e che avranno effetti sul territorio attraverso risposte ai bisogni forti e durature. Guardiamo al futuro al fianco dei territori, pronti ad affrontare sfide difficili ma piene di fiducia».

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