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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“Bassifondi del Barocco. Roma dei vizi, della miseria e degli eccessi”. E’ questo il titolo della conferenza che si terrà lunedì 17 marzo alle ore 17 al Ridotto del Teatro Comunale, secondo appuntamento del ciclo di incontri “L’invenzione del Museo. Oggetti, simboli e collezionismo”, organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara e dal TekneHub, laboratorio del Tecnopolo di Ferrara, in collaborazione con la Fondazione Ferrara Arte e per questa iniziativa con la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
Relatrici della conferenza, che introdurrà il concerto, gratuito con ingresso consentito fino ad esaurimento dei posti, del Maestro Valerio Losito sulle musiche popolari del Seicento, saranno Annick Lemoine, dell’Académie de France a Roma e Francesca Cappelletti, Professoressa di Storia dell’arte moderna di Unife.
L’iniziativa, che rientra nel progetto di ricerca sulla vita e le opere degli artisti stranieri a Roma nel Seicento, si concluderà inoltre con una grande mostra a Roma a Villa Medici nell’autunno 2014 e a Parigi, Petit Palais, a gennaio 2015.
“Questo evento, la cui realizzazione scientifica è stata curata dal Dipartimento di Studi Umanistici di Unife con il supporto della Fondazione Ferrara Arte – afferma Francesca Cappelletti – è stato interamente sponsorizzato dalla Fondazione Nando Peretti (www.nandoperettifound.org), che si occupa di progetti sulla promozione dei diritti umani, l’istruzione e la protezione dell’infanzia, la ricerca scientifica medica, la promozione di arte e cultura, la tutela dell’ambiente”.

Sono proprio le relatrici ad anticiparci i contenuti della conferenza… “Negli ultimi anni molti eventi hanno presentato la Roma barocca, colta e trionfante del Seicento, popolata di artisti che lavoravano per restituire alla corte pontificia un fasto maggiore di quello della Roma imperiale. E’ talvolta emerso, ma mai come oggetto esclusivo, un altro volto della Roma seicentesca, che questo progetto si propone per la prima volta di indagare e illuminare. Il fulcro sarà infatti rappresentato dalla Roma quotidiana e a volte volgare, quella dei vizi, della miseria e degli eccessi, all’origine di una stupefacente produzione di immagini. Pittori molto diversi fra loro come Valentin de Boulogne e Jan Miel, Sébastien Bourdon et Leonaert Bramer, Bartolomeo Manfredi et Johann Liss o anche Claude Lorrain e Diego Velàzquez cambiano, nei primi decenni del secolo, i codici visivi e il concetto stesso di bellezza. Tutti hanno utilizzato nel loro repertorio l’universo dei bassifondi romani, la vita notturna e i suoi pericoli, le taverne, gli accampamenti di mendicanti. Crediamo che la pittura dal naturale debba essere inquadrata nel contesto di una comunità internazionale di artisti, stabilitasi in gran parte ai piedi di Villa Medici. Molti di questi artisti si ritrovano fra i Bentvueghels, l’associazione di nordici sotto la protezione di Bacco. Le loro opere sono destinate a sorprendere lo spettatore per invitarlo a una meditazione sull’incostanza della fortuna e la fragilità della vita umana”

Il Concerto
“Bassifondi musicali” è un progetto che si basa su un manoscritto del diciassettesimo secolo conservato nella Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, grande antologia di musica barocca romana, dove accanto alla musica “colta” si trovano trascritte le melodie popolari e la musica delle strade della Città Eterna. A questo prezioso codice s’affiancano le canzoni popolari seicentesche romane, tramandate sino ai giorni nostri.

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