Mentre camminavo per andare a lezione, sono passata innumerevoli volte davanti alla Basilica di San Francesco, all’angolo tra via Terranuova e via Savonarola a Ferrara. Inizialmente era un gran cantiere: si poteva accedere solamente a circa un quarto della chiesa, tutto il resto necessitava di restauro a causa del sisma del 2012. Un giorno, nel 2019, vi rientrai e mi accorsi che finalmente si poteva camminare per tutta la lunghezza dell’edificio. Scoprii così quella che, secondo il mio gusto personale, è la più bella chiesa che abbia visitato nella città.
La modesta costruzione originaria venne eretta dai Francescani attorno al 1220, mentre il Santo fondatore era ancora in vita. Molto di ciò che possiamo ammirare oggi è frutto dell’idea dell’architetto Biagio Rossetti, che nel 1494 venne incaricato dal Duca Ercole I di erigere l’attuale edificio. La facciata perlopiù in mattoni è in armonia con il resto della città.
Vicina a diverse sedi universitarie, si trova proprio a fianco dell’Oratorio dell’Immacolata Concezione, un tempo sede della scuola per giuristi dello Studio Ferrarese che vantava tra i suoi iscritti anche Niccolò Copernico, dove anche l’Ariosto frequentò i corsi di legge. Lì infatti spese cinque sofferti anni, poiché era stato obbligato verso l’indirizzo giuridico dal volere paterno. Solo alla fine di questo periodo gli fu concesso di dedicarsi alle sue amate lettere. Così raccontò la vicenda all’amico Pietro Bembo:
“Mio padre mi cacciò con spiedi e lancie,
non che con sproni, a volger testi e chiose,
e me occupò cinque anni in quelle ciancie.
Ma poi che vide poco fruttuose
L’opere, e il tempo in van gittarsi, dopo
Molto contrasto in libertà mi pose.”
(Satira VI, 156-161)
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Vittoria Barolo
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