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Il consigliere regionale della Lega Nord: “Sono due anni che mi batto per il superamento del vincolo che impone la destinazione di risorse pubbliche solo ai Confidi Maggiori soggetti a vigilanza e non a quelli Minori. Finalmente, dopo aver incassato ben 3 ricorsi al Tar da parte di 3 diversi confidi, la svolta del governo Bonaccini”

“Tanto tuonò che alla fine piovve: dopo uno strenuo braccio di ferro durato due anni e dopo aver incassato ben tre ricorsi al Tar da parte dei Confidi, finalmente è arrivato il dietrofront della Regione. Poco importa che l’ente di viale Aldo Moro abbia rimediato una magra figura, perché oggi è un giorno importante sia per le piccole imprese che per i Confidi minori, i motori del sistema-Emilia”.

Così Stefano Bargi, consigliere regionale Lega Nord, commenta la decisione della giunta regionale di allargare anche ai Confidi minori la possibilità di accedere ai fondi regionali, prima riservato soltanto agli istituti vigilati.

“E’ una battaglia che portiamo avanti da tanto tempo, a favore di concorrenza e condizioni paritarie di accesso al credito, ma ci siamo scontrati sempre con un incomprensibile ostruzionismo della maggioranza che voleva riservare l’accesso ai contributi regionali solo ai big del settore”, spiega Bargi.

“Già la normativa nazionale (legge di stabilità 2014) era orientata ad armonizzare la possibilità di erogare risorse tra Confidi vigilati (tre in tutto il territorio regionale) e non vigilati”, aggiunge ancora Bargi “e a supporto della bontà della nostra posizione c’è stata anche una sentenza dell’Antitrust (11 febbraio 2015) che ha riconosciuto il diritto all’accesso dei contributi anche ai Confidi minori”. Finalmente ora davanti all’evidenza anche la Regione Emilia Romagna ha dovuto cedere prevedendo l’adeguamento della legge regionale 14, che disciplina la materia”, il tutto, però, “non prima di essersi aggiudicata un bel ricorso presentato da tre società contro un bando regionale da sei milioni di euro, di fatto creato ‘su misura’ per gli operatori maggiori”.

Secondo Bargi “la modifica apportata alla legge apre nuove possibilità, riequilibrando il principio della concorrenza e premiando l’azione di quei Confidi «che riescono effettivamente a raggiungere l’impresa con i loro finanziamenti”. Ora per il consigliere “non resta che aumentare le soglie massime per la richiesta di finanziamento da parte delle aziende, ancora troppo ridotte (oggi fino a 100mila euro)”, in modo da “rendere più efficace il ricorso a questo tipo di strumento”.

Da: Ufficio stampa Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

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