Barco, il quartiere si attiva: “Volevamo un parco, abbiamo trovato una comunità”
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Tra le vie squadrate e un po’ british del quartiere ferrarese di Barco, ai limiti delle vie Coltrane e Waters, si estendono, grandi e prolungati fino al confine coi lontani campi agricoli e alla ferrovia, due parchetti. Mi fermo a osservare quello situato all’ingresso di via Coltrane: qualche albero spoglio, delle panchine sparse apparentemente senza una logica (pare debbano ricordare la forma di una spirale), a ognuna di queste abbinato un suo cestino. Addirittura l’ultima panchina, quella più vicina alla strada, offre un’inedita vista direttamente sui cassonetti della differenziata, distanti pochi metri. La pioggia incessante inoltre non mi aiuta a trovare qualcosa di allegro in un luogo che, potenzialmente, potrebbe offrire molto di più, sia per utilità che per pubblico decoro.
Ecco perché incontro Laura Del Favero, residente a due passi dal parco nella medesima via e risoluta, insieme alla sua vicina Cristina Sulsenti, a buttare giù qualche idea e proposta per riqualificare questo spazio.
“Arrivammo in questo quartiere nel 2006 insieme ad altre famiglie con figli – inizia a raccontarmi Laura – All’epoca c’erano solo gli spiazzi, ma nessun tipo di allestimento all’interno dei due parchetti. Fu nel 2010 che venne impostato il parco dal Comune così com’è oggi”. Il panorama è rimasto invariato ed è quello descritto. Laura spiega che “è presente solamente uno scivolo che, alla lunga, stanca i bambini, mentre i ragazzi devono arrangiarsi con corde o quant’altro per crearsi un qualcosa che possa assomigliare ad un campetto da gioco. Anche gli anziani, soprattutto se sono in tanti, si annoiano dopo poco tempo vista la grande distanza tra le panchine”.
Nel quartiere si andava quindi affermando una situazione di insoddisfazione generale, non tanto per l’assenza di luoghi ma piuttosto per la loro organizzazione logistica. Ma quello che negli anni è stato per Laura solamente un desiderio di modificare l’esistente, ha cominciato a prendere le forme di un’idea più concreta sul finire dell’anno passato. “Dopo aver assistito a metà dicembre alla conferenza ‘Le reti sociale e la partecipazione per la cura dei beni comuni – La città si-cura’, capii che era possibile agire per davvero. Dopo quell’incontro parlammo con l’assessore Fusari e con Urban Center, che ci diedero le giuste motivazioni per iniziare a pianificare un progetto di riqualificazione. Insieme a Cristina e grazie a questa incoraggiante risposta del Comune, pensammo dunque a come poter agire sui due parchi, come ridistribuire le panchine e cosa poter aggiungere. Parallelamente iniziammo anche a coinvolgere tutto il vicinato, dapprima con un lavoro di volantinaggio e successivamente organizzando un aperitivo per incontrarci tutti insieme e parlare del progetto. Dopo un primo tentativo fallito a causa maltempo, ci siamo ritrovati in una trentina di persone il 21 febbraio”.
Ma come si è strutturato, nello specifico, il progetto? “Il nostro intento è aprire il più possibile i due parchi a bambini e ragazzi – continua Laura – Un parco sarà completamente dedicato ai più piccoli, nel quale vorremmo aggiungere giochi, qualche tavolo da pic-nic ed una bacheca fissa, mentre nel secondo, dedicato maggiormente ai ragazzi adolescenti, vorremmo riuscire a inserire anche un campo da calcetto, uno da volley e qualche tavolo da ping pong. I ragazzi sanno già di questa proposta e sono molto entusiasti, perché da sempre giocano in questi luoghi che finalmente potrebbero apparirgli meno dispersivi e campati per aria”. C’è spazio anche per qualche altra novità, come per esempio “la presenza, già oggi, di tre querce nate dalle ghiande della quercia grande di parco Massari, piantate da un nostro amico. Inoltre è in fase di elaborazione una proposta su uno spazio d’attenzione ai cani”.
Le premesse per questo progetto sono quindi incorggianti. Un’esperienza di pura cittadinanza attiva, nata da un malcontento, sviluppatasi da un’idea e concretizzatasi nella collaborazione di un gruppo di persone, decise ad agire per un intento comune. In questo caso è coinvolto tutto il vicinato, buona parte dei nuclei familiari desiderosi di dare colore e vitalità alla loro zona che tanto avrebbe da offrire. Laura ne parla affermando che “questa è stata sì l’occasione per mettersi all’opera e dare vita ad un progetto, ma è stata anche e soprattutto l’occasione per avvicinarci più di quanto non lo siamo già con le rispettive residenze. È stato un buon pretesto per conoscerci meglio e riavvicinare le relazioni, per tornare a dare importanza a quella concezione di vicinato che oggi si è un po’ persa. E la cosa bella è che non abbiamo incontrato alcun tipo di problema”.
Tutto ruota quindi a gonfie vele attorno a questa meritevole iniziativa di Laura e Cristina. I primi risultati dovrebbero intravedersi già durante questa primavera; nel mentre, i giovani di Barco attendono trepidanti i loro nuovi spazi.
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Andrea Vincenzi
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