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Un itinerario leopardiano in quattro incontri, a cura di Fiorenzo Baratelli (presidente dell’Istituto Gramsci di Ferrara), che si preannuncia come salutare linfa culturale di primavera. Il filo che terrà insieme le quattro conversazioni sarà di carattere ‘filosofico-esistenziale’, non critico-letterario. Giacomo Leopardi è il poeta dei giovani e della giovinezza per la grandezza della sua anima. Il suo dolore è anche il nostro per la comune condizione umana, precaria e fragile. Il suo radicale bisogno di felicità è la nostra continua aspirazione inappagata. E nella guerra quotidiana che è in corso nei nostri cuori non c’è mai definitiva sconfitta per i nostri desideri, ma una continua ‘protesta’ contro la sofferenza e gli ostacoli che insidiano le nostre utopie.

Ecco il programma dettagliato del ciclo che ha per titolo “Giacomo Leopardi, il ‘giovane favoloso’”
Gli incontri si terranno presso la sede del circolo culturale Doro, piazzale Savonuzzi, 8 (Ferrara).

Venerdì 5 aprile, ore 21 “Riflessioni sulla vita di Giacomo Leopardi”
“Ecco entrare il Conte Giacomo Leopardi. Tutti ci levammo in piè. Tutti gli occhi erano sopra di lui. Quel colosso della nostra immaginazione ci sembrò, a primo sguardo, una meschinità. In quella faccia emaciata e senza espressione tutta la vita s’era concentrata nella dolcezza del suo sorriso”. (Francesco De Sanctis “La giovinezza”)

Venerdì 3 maggio, ore 21 “La filosofia di Leopardi. Natura, ragione, pessimismo, dolore, immaginazione, illusione, desiderio”
“…nulla al ver detraendo…” (“La ginestra”)

Venerdì 17 maggio, ore 21 “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani”. Considerazioni su ‘società e politica’ in Leopardi.
“Gl’italiani hanno piuttosto usanze e abitudini che costumi. L’Italia è, in ordine alla morale, più sprovveduta che alcun’altra nazione europea e civile. Sono incalcolabili i danni che nascono ai costumi da un abito di cinismo diffuso”. (“Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani” Marsilio Editore)

Venerdì 31 maggio, ore 21 “L’infinito” (1819): a duecento anni da un capolavoro assoluto.
“Così tra questa / immensità s’annega il pensier mio: / e il naufragar m’è dolce in questo mare”. (“L’infinito”)

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Redazione di Periscopio



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