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Non si può sfuggire dal fascino della memoria, ed il ricordo diventa tale solo nel momento in cui venga stimolato da un’epifania. L’immagine serve a ciò. Quando questa si tramuta in un quadro di realtà, dà non solo il senso di memoria, ma anche quello della realtà dei fatti. Una luce sospesa nella desolazione. Realtà su carta incastonata in un piccolo rettangolo. Non posso descrivere questa immagine in poche righe se non dicendo che per guardarla bene bisogna chiudere gli occhi e osservare un proprio luogo dell’infanzia, dell’adolescenza, della propria vita. Proprio lì dove si ferma il tempo troverete il significato più profondo. Ma dietro si cela anche un aspetto più pragmatico: il vuoto delle sedie, la desolazione, la morte degli affetti, la solitudine, l’oscurità. La memoria è cara, ma non sempre bella… proprio come la realtà.

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Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano


PAESE REALE
di Piermaria Romani

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)