Banca Etica non accetterà denaro proveniente da procedure di “voluntary disclosure”
Tempo di lettura: 2 minuti
da: Banca popolare Etica
Il Consiglio di Amministrazione di Banca popolare Etica ha stabilito che la banca non acquisirà nuovi clienti nell’ipotesi in cui la provvista sottesa all’apertura di un rapporto e/o all’esecuzione di un’operazione risulti costituita da fondi oggetto di procedure di collaborazione volontaria (come la c.d. “voluntary disclosure” di cui al D.L. n. 4/2014 o alla Legge n. 186/2014) o di altre fattispecie equiparabili, volte alla regolarizzazione da parte del contribuente dei capitali detenuti all’estero e non dichiarati.
Per i clienti già acquisiti, gli operatori sono chiamati a prestare la massima attenzione ai casi in cui rilevino che la provvista sottesa all’esecuzione di un’operazione è costituita da fondi oggetto di procedure di collaborazione volontaria, applicando in tali fattispecie misure rafforzate di adeguata verifica.
“Sin dalla sua nascita, 16 anni fa, Banca Etica si è sempre astenuta dall’acquisire nuovi clienti e dal rafforzare i volumi della raccolta cavalcando i diversi “scudi fiscali” approvati dai Governi in carica, di volta in volta con procedure più o meno ammiccanti nei confronti degli evasori fiscali. Riconosciamo che la legge n.186 approvata lo scorso 15 dicembre e contenente le misure per la così detta “voluntary disclosure”, vale a dire la collaborazione volontaria per l’emersione e il rientro di capitali detenuti all’estero, non si configura come un vero e proprio scudo fiscale, ma abbiamo reputato coerente con la mission di Banca Etica e il suo impegno per un uso responsabile e trasparente del denaro la scelta di non accogliere nemmeno in questo caso i capitali che rientreranno in Italia dopo un tentativo di occultamento all’estero”, spiega Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica.

Sostieni periscopio!
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani