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In un momento di follia avevo pensato che Berlusconi fosse finito. D’accordo non si erano svolti i funerali (per un personaggio così ci vuole un traino di otto cavalli bianchi), ma, insomma, la speranza è l’ultima a morire.
Invece il Cavaliere ha fatto mettere nella stalla i suoi focosi destrieri, ha chiamato a raccolta i suoi accoliti più fedeli e ha annunciato al mondo intero che tornava. Le disavventure giudiziarie, le condanne, la moglie incazzata? “Io torno!”, ha detto, “e continuo a fare il leader del partito che ho fondato, che ho diretto e che ha governato per quattro lustri”.
Ma non ha fatto in tempo a finire il suo sorprendente discorso agli aficionados (bellissime ragazze comprese), che… zac! i suoi nemici (i giudici) gli hanno aperto un altro procedimento: sempre affare di soldi. Fin qui le notizie.

Dal canto nostro non possiamo che confermare il nostro (il mio) giudizio. Speravamo di mettere in archivio il Cavaliere, al quale inviamo il nostro a più fervido augurio… di essere nuovamente condannato. Gli prepareremo un Parlamento dove possono entrare soltanto condannati, da un lato malversatori e ladri di galline, dall’altro truffatori e disonesti amministratori pubblici, sarà un po’ affollato, ma che ci vuoi fare cavalie’: anche noi siamo condannati a subirti. Sui muri è già comparsa la scritta “Silvio è vivo e lotta insieme a noi”.

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Gian Pietro Testa



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