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10 Ottobre 2016

Azzariti

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Organizzatori

Caro Direttore,
Leo Longanesi diceva che, sul tricolore degli Italiani, campeggiava la scritta “TENGO FAMIGLIA”.
Anche Gaetano Azzariti senior, evidentemente, “teneva” una famiglia, che ha mantenuto assai bene, rivelandosi un campione del salto triplo. Prima fascistissimo presidente del “Tribunale della Razza”, poi collaboratore di Palmiro Togliatti al Ministero della Giustizia, infine presidente – con la benedizione democristiana . della Corte Costituzionale.
Circa la presenza a Ferrara del nipote omonimo (la cui carriera universitaria non dev’essere stata danneggiata dal risultare imparentato con un presidente della Consulta di cui fino a poco tempo fa non si conoscevano i trascorsi razzisti), mi associo alla richiesta di Paola Ferrari, anche perchè Gaetano Azzariti (il defunto) risulta anche fra gli aderenti al “Manifesto della Razza” (1) e mi auguro che l’ANPI revochi l’incauto invito rivolto al nipote di Azzariti senior. Non perchè nipote, ma in quanto difensore -nella sostanza pur con i “distingo” tipici di certi professori di Diritto – delle scelte del nonno. Non poteva semplicemente dissociarsi e condannare l’operato dell’avo? O almeno tacere? Come si può difendere uno che, per fini carrieristici, aderì al “Manifesto della Razza”? E se non lo fece per la carriera (proprio lui, che ra discepolo del grande giurista ebreo Ludovico Mortara), ci credeva davvero? Tertium non datur, come dicevano i Romani.
E dunque non soffriremo se il Prof. Gaetano Azzariti andrà altrove a tenere i suoi comizi per il NO.
Ma, se proprio dovesse venire, vorrei che l’ANPI lo portasse davanti alla lapide di via Mazzini che ricorda gli ebrei ferraresi sterminati durante l’Olocausto, chiedendogli se intende ancora giustificare, fra un cavillo e l’altro, le scelte scellerate del nonno!

Giorgio Fabbri

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