Da: Paola Peruffo
Nel corso degli ultimi giorni si sono tracciati i possibili scenari per il futuro di Carife e dei suoi dipendenti.
Parlo di scenari perché di certezze ancora ce ne sono poche. Partiamo da una: la città perde definitivamente la propria banca sul territorio. Verrebbe da dire che c’era da aspettarselo visto il modo del tutto fallimentare con cui questa è stata amministrata nel corso dell’ultimo decennio, prima del commissariamento, con la complicità di Banca d’Italia.
Una seconda certezza riguarda il fatto che ancora nessuno degli ex amministratori abbia ancora pagato nulla, sia in termini giudiziari che monetari.
La terza certezza è che il commissariamento è risultato, nel caso di Carife e Nuova Carife, del tutto insoddisfacente.
Ora si apre un vasto palcoscenico di incertezze, innanzitutto per i lavoratori, sia per chi rimane sia per chi sceglie di abbandonare l’istituto. Pur ammettendo che circa cento persone scelgano le condizioni per il prepensionamento, rimangono pur sempre 200-250 dipendenti da salutare, scanditi da un drastico contatore elettronico. Certo le 48 mensilità (o 41 con ulteriori sussidi di disoccupazione) sono un paracadute importante che altri lavoratori si sognano, ma rimane il dato, sicuramente tragico, di queste numerosissime famiglie che, nel giro di tre o quattro anno, devono necessariamente trovare una nuova occupazione. E a Ferrara, si sa, è come cercare pepite d’oro in un torrente. Non stupiamoci quindi se da qui ai prossimi anni, ulteriori ferraresi saranno costretti a lasciare la propria terra per un’altra città o più facilmente un altro paese, lasciando questo territorio depauperato della propria gente, in particolare di giovani, con la seria prospettiva di un ulteriore innalzamento dell’età media, e che già segna poco invidiabili record di anzianità.
Un problema in più per la città e di cui si è accorto anche il sindaco che, dopo mesi o anni di tolleranza, per una volta ha provato ad alzare la voce contro il governo amico. Un governo che, è bene ricordarlo, si è comportato in tutt’altro modo per salvare Mps.
A corredo di questo tristissimo panorama ci sono ulteriori carenze di certezze. Alcuni infatti non danno ancora per assodati quei 58 milioni di euro dal fondo interbancario per favorire gli esodi volontari. Così come la firma di acquisto da parte di Bper non si è ancora vista. Agli stessi dipendenti che rimarranno all’interno del nuovo istituto non verranno fornite garanzie assolute. Per tanti di loro, per esempio, si apre lo spettro del trasferimento in altre località, situate sino a 175 km da Ferrara.
Tutto questo mentre ci si rimbalza le responsabilità tra governo nazionale e locale, tra passati e nuovi dirigenti politici, dopo che proprio la politica è stata sconfitta in tema di difesa dei dipendenti, degli azionisti e degli obbligazionisti Carife, ipotizzando nelle ultime ore futuri aiuti da Roma. Quella stessa capitale che, sul versante dello sviluppo, ha sempre girato le spalle a Ferrara.
Paola Peruffo
Consigliere Comunale di Forza Italia
Comune di Ferrara
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