Ausl, 4400 sanzioni per mancate disdette. Qualcosa non funziona
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Da Forza Italia
Si apprende in questi giorni che dopo gli errori di calcolo e le 1.400 lettere di sanzioni comminate in febbraio, sono state spedite altre 3.000 missive destinate ai cittadini che non hanno disdetto in tempo utile le loro visite presso le strutture sanitarie locali (azienda Usl e Ospedale Sant’Anna).
Le regole ci sono e vanno rispettate, ovviamente. Occorre però domandarsi se un numero così alto di trasgressori (4.400 complessivi) non sottenda lacune informative da parte del servizio sanitario. Mi spiego meglio: in quali modi i cittadini ferraresi sono stati informati di queste procedure? Quanto chiare sono le modalità di annullamento delle visite e l’ammontare delle sanzioni per mancata disdetta?
Dall’Ausl chiariscono che esiste, tra le altre cose, un servizio sms utilizzato per informare l’utente 10 o 7 giorni prima delle prestazioni sanitarie da ricevere. Però, sempre secondo l’azienda sanitaria, sono pochissimi i cittadini ad aver fornito un numero valido e il relativo consenso.
Occorre domandarsi quindi, a fronte di tutte le sanzioni spedite (con relativi costi postali e di personale) quanti effettivamente le pagheranno.
Partendo a monte, senza voler trovare giustificazioni per chi è colpevolmente moroso, sono convinta che molti utenti siano stati penalizzati in primis dalle tempistiche.
Taluni esami sanitari prevedono tempi di attesa pari a oltre un anno, vale a dire prenotazione oggi ed erogazione del servizio nel 2019.
È umanamente capibile se, nel frattempo, la persona in questione sia in qualche modo costretta a rivolgersi al privato o a prenotare lo stesso servizio presso le strutture pubbliche della regione Veneto come dimostrato dall’enorme mobilità passiva di utenti dalla nostra regione a oltre Po.
Se i problemi sull’ampliamento dei servizi sono di complicatissima risoluzione, necessitando di consistenti investimenti, qualcosa di più può essere fatto sul piano della comunicazione verso i cittadini, partendo da farmacie e cup.
Dal momento che la percentuale più alta di utenti è composta da anziani, perché – per esempio – non si incaricano gli operatori dei front office di cup e farmacie di ricordare agli utenti la necessità di comunicare per tempo l’eventuale annullamento delle prestazioni, avvisando altresì dell’opportunità di lasciare un numero di cellulare per ricordare l’evento calendarizzato molti mesi avanti? Così come un ulteriore aiuto a fronte di un minimo investimento sarebbe quello di rilasciare, insieme alla prescrizione, un foglio prestampato, magari colorato, in cui vengono ricordate le regole per la disdetta e le conseguenti sanzioni.
Se tutto questo prevede alcuni costi da parte del SSN, sono pur sempre inferiori ai mancati introiti, ricordando che l’obiettivo principale del SSN deve necessariamente essere quello di ridurre al minimo i tempi di attesa, attraverso una riorganizzazione complessiva nell’ottica di una maggiore efficienza.
Paola Peruffo
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