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Augias called…

Articolo pubblicato il 17 Maggio 2016, Scritto da Radio Strike

Tempo di lettura: 3 minuti


Sono giorni che ripenso alle parole pronunciate da Corrado Augias a proposito del “caso Fortuna”.
Augias mi è sempre sembrato un tipo che pesa adeguatamente le parole.
L’altra settimana ha anche corretto un po’ il tiro, ammettendo che forse non era il caso di sviscerare un così complesso “problema sociale” a scapito del dolore di una famiglia.
Io resto dell’idea che le sue considerazioni sul tema fossero ben ponderate e azzeccate.
Possiamo discuterne finché vogliamo e sono anche disposto a beccarmi insulti di ogni tipo.
A me sembra che il problema sia altrove e il problema è: il mondo sembra essere definitivamente uscito di melone.
E mica per colpa di persone come Corrado Augias.
Guardo le notizie su internet e leggo cose come:
-Gigi D’Alessio invoca pena di morte contro i pedofili
-“Demenziale obbligare a vaccinare i bambini”, bufera su Red Ronnie
-Cicciona! Lo schiaffo vola in diretta a “Domenica Live”
Boh.

album-devo
Devo, New Traditionalists

E poi ce la prendiamo con Augias?
L’ormai celebre “Mai visto una bimba truccata e conciata come Fortuna, tradita anche dalla madre senza riferimenti culturali” ha consentito a chiunque di “dire la propria”.
Ma se posso dire io la mia, leggendo i tre titoli riportati qua sopra, dico che possiamo notare un gap piuttosto lampante.
Qui siamo in presenza di starnazzatori professionisti, categoria a cui Augias di certo non appartiene.
E il casino scatenatosi dopo le parole di Augias è un led rosso sangue che indica una cosa sola: Italiani, l’auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di Stato ha avuto luogo.
Potere agli starnazzatori pro e basta con i vecchi barbogi che fanno discorsi lunghi e noiosi.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani