ARTE – La missione di Sergio Scarcelli:
“Una seconda occasione agli scarti portati dal mare”
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Cuore, mani e memoria, l’arte di Sergio Scarcelli vien dal mare. Nell’ultima edizione di Riscarti Festival abbiamo incontrato l’artista pugliese che dà vita ai materiali di scarto pescati dai fondali. E i suoi “Moai” messaggeri materici di una richiesta di aiuto a sostegno del pianeta. Il riciclo declinato in ogni sua possibile forma: dal design all’arte visiva, dalla musica alla quotidianità.
Questo è ‘Riscarti – Festival Internazionale di Riciclo Creativo’, ideato e diretto da Marlene Scalise, che si è tenuto a settembre al Quirinetta Caffè Concerto di Roma e a Villa Ada. Dieci giorni per immergersi nell’etica e nella pratica del riciclo e scoprire le mille vite degli oggetti di scarto, attraverso l’originalità e la creatività dei tanti maker e artisti italiani e non solo. Qui abbiamo incontrato Sergio Scarcelli, artigiano e artista, che ha fatto del recupero, riciclo e riuso dei tanti materiali scartati dalla società del benessere una ragione di vita. E i suoi Moai, “i guardiani del tempo perduto”, simboli archetipici e messaggeri materici di una richiesta di aiuto, gridata ai fondali del cuore, a sostegno del pianeta.
Le opere uniche di Scarcelli, che ha casa e atelier a Locorotondo nei suoi trulli, sono costruite con materiali di scarto catturati in prevalenza dal mare: “Gli scarti, le mille cose che io recupero dal mare, sono un po’ come i diseredati del mondo: nessuno li vuole e li butta via, ma entrambi possono avere una nuova opportunità di vita. I rifiuti attraverso il riciclo, le persone concedendo loro nuove occasioni. Ed è quello che io racconto ai bambini nelle scuole, mostrando loro un pezzo di legno, di plastica o altro”. In tutti i periodi dell’anno il cinquantaquattrenne barese scandaglia le coste della provincia portando a casa quintali di materiali di ogni genere – plastica, legno, ferro, tubi in pvc – per poi plasmarli in opere d’arte oppure in oggetti che rivelano di avere ancora una propria utilità.
Sergio, che ogni giorno si alza alle 5 del mattino e va a dormire alle 17 del pomeriggio, ha iniziato la sua personalissima raccolta nel 1979. Poi nel 1983 la prima mostra di opere d’arte ottenute da materiale recuperato e riciclato e poi il sodalizio con Marlene Scalise e Riscarti Festival. Riciclo, manualità, memoria, sono le tre componenti chiave del lavoro di Scarcelli: “Io costruisco opere che tolgono dal ciclo dei rifiuti materiale pericoloso come ad esempio la plastica che i pesci possono ingerire prima di finire sulla nostra tavola. L’uso delle mani salvaguardia tradizioni che vanno pericolosamente via via scomparendo, tutela la memoria dei materiali e degli oggetti che ci parlano, ci raccontano la loro storia.
Gli scarti hanno il segreto del racconto, questo è il mio impegno: raccontare con le mani attraverso il contatto del materiale recuperato”. Incontrare le “creature” di Scarcelli è come fare un viaggio tra racconti nascosti, che l’artista rende leggibili attraverso le opere, perché ogni materiale, ogni scarto, conserva un’energia tutta propria, quella delle mani che l’hanno lavorato e forgiato. Un impegno, quello di ripulire le coste, che non sempre viene riconosciuto e che fa di questo narratore solitario un uomo che crede in quello che fa seriamente ma senza prendersi troppo sul serio: “Io con l’immondizia ci gioco … L’importante, è riuscire a trasmettere il messaggio alle giovani generazioni sull’importanza degli scarti, degli ultimi e della loro dignità”. Per saperne di più: https://www.facebook.com/sergiosud Riscarti Festival e https://www.facebook.com/riscarti/
