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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

I dati e le indagini scientifiche hanno già escluso ogni rapporto di causa effetto tra terremoto e attività del Cavone, già esistente prima del sisma e sottoposta a monitoraggio. La Regione si muove nel rispetto rigoroso delle indicazioni fornite dagli studi scientifici. La vera sfida: costruire con criteri antisismici

“Capisco – ed è più che comprensibile che sia così – che nelle aree colpite dal sisma del 2012 ci sia grande attenzione su tutto ciò che riguarda il territorio, il suolo, l’uso delle risorse naturali. E ogni scossa, come quella che si è verificata anche nei giorni scorsi, rimette in circolo preoccupazioni e tensioni. Stiamo però ai fatti ed ai risultati scientifici”.
Palma Costi, assessore regionale con delega alla ricostruzione delle aree terremotate dell’Emilia, interviene sulla vicenda relativa alle estrazioni di olio ai pozzi del Cavone che, a volte, viene impropriamente accostata alle scosse, ultima quella del 20 maggio scorso.
“Dopo il sisma – spiega Costi – l’allora Commissario Errani e l’allora Capo della Protesione Civile Gabrielli costituirono una apposita Commissione (Ichese) per verificare eventuali connessioni tra estrazioni ed eventi sismici. Per motivi precauzionali furono sospese tutte le nuove concessioni, mentre è rimasto attivo il Cavone, unico già in funzione dagli anni ’80. E proprio il monitoraggio effettuato su questo sito ha dimostrato che non c’è nessun rapporto di causa-effetto tra le attività svolte al Cavone e il terremoto 2012. Tutto ciò ha concluso il procedimento di verifica scientifica attuato dalla Commissione Ichese, che ha escluso, in via definitiva, qualsiasi correlazione tra terremoto e attività estrattive”.
“Solo dopo aver avuto queste certezze scientifiche, la Regione – aggiunge l’assessore Costi – ha revocato la sospensione delle nuove attività estrattive. Pertanto ad oggi non è stata autorizzata alcuna nuova attività di trivellazione, ed è assurdo individuare questo come causa delle scosse dei giorni scorsi. E proprio perché ci atteniamo ai dati scientifici e al principio di precauzione che le prossime autorizzazioni saranno date solo previa assoluta garanzia in materia di sicurezza, controllo, monitoraggio, difesa dell’ambiente e trasparenza, come da accordo siglato con il MIse. Ricordo anche che abbiamo ribadito il nostro no alle tecniche di estrazione ad alta pressione – il cosiddetto fracking – e al progetto di stoccaggio gas di Rivara”.
“Per questo – conclude l’Assessore – vorrei davvero rassicurare sul fatto che nessuno sta facendo o autorizzando nulla che non sia nell’ambito delle rigide regole dettate dalla scienza: lo abbiamo sempre detto e lo confermo anche oggi. La sfida vera è la prevenzione, è costruire edifici con criteri antisismici. Perché le nostre zone sono sismiche (e su questo non possiamo farci nulla) per effetto – non da oggi, ovviamente – della convergenza della placca euroasiatica e di quella africana”.
Infine, il tema delle acque calde nel pozzo di Medolla, località nella quale fin dall’antichità sono note le “terre calde di Medolla”. Si tratta, spiegano i tecnici, di un fenomeno noto: acqua calda e a volte presenza di metano e altri idrocarburi. Fino ad oggi nella pianura emiliano-romagnola non sono documentate relazioni con la sismicità locale.
La Regione ha istituito uno gruppo di lavoro, che raccoglie la segnalazione di tutti i fenomeni ritenuti anomali e li verifica sul campo e con analisi specifiche. Dal maggio 2012 ad oggi sono state raccolte oltre 50 segnalazioni. In nessuno di tali casi è stata rilevata una relazione evidente con la sismicità.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA



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