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Quando la zia Costanza compì cinquantun anni, la sua amica Teresa le regalò un canarino olandese interamente bianco. Teresa aveva saputo da Albertino Canali che la zia desiderava un canarino. Albertino le disse che Costanza glielo aveva confidato una sera d’estate mentre parlavano delle stelle cadenti. Così Terry aveva aspettato il compleanno della zia e, il 20 Aprile 2021, era arrivata con Nuvola. Nuvola fu il nome della prima canarina olandese di casa. In realtà la zia voleva chiamarla Perla, ma io e Enrico, che allora eravamo piccoli (io avevo appena compiuto tredici anni e Enrico cinque), insistemmo per chiamarla Nuvola e così fu. Nuvola visse un paio d’anni da sola e poi la zia, per trovarle una compagnia, comprò un secondo canarino olandese, questa volta maschio e color giallo intenso. Il secondo canarino fu chiamato Cirro. In quell’occasione io e Enrico non potemmo interferire con la scelta del nome perché, quando tornammo da scuola, la zia aveva già deciso e fu irremovibile. Si chiamano cirri le nubi bianche d’alta quota. Quelle esili e quasi trasparenti con una struttura fibrosa. Letteralmente ‘cirro’ significa ‘ricciolo’, ‘ciocca di capelli inanellata’. Un nome sicuramente adatto ad un canarino olandese che ha un aspetto esile e le penne arricciate.

Nuvola e Cirro vissero per dieci anni molto felici. Avevano una bella voliera banca, dove potevano volare, giocare e cantare. Avevano a disposizione una vaschetta d’acqua per fare il bagno, delle mangiatoie con semi di prima qualità, radicchio fresco appena raccolto nell’orto e ossi di seppia per grattarsi il becco. Una buona sistemazione sicuramente. Inoltre la zia era stata attenta a posizionare la gabbia in un punto della casa dove la temperatura era pressoché costante durante tutto l’anno e non c’erano spifferi d’aria pericolosi per quei piccoli e delicati volatili. Per questo Nuvola e Cirro restarono per molti  inverni nella grande cucina della casa di via Santoni Rosa, sopra un vecchio mobile che proveniva dalla casa della bisnonna Adelina. D’estate la zia spostava la voliera sotto il portico e i canarini potevano godersi la bella stagione protetti e accuditi.

La zia palava sempre con Nuvola e Cirro. “Pit” diceva lei, “Pit pit” ripetevano in coro i canarini e andavano avanti così, comunicando a modo loro per decine di minuti.
Da allora la zia Costanza ha sempre avuto canarini che discendono da quella prima coppia di “olandesi volanti”. Anche adesso che siamo a Marzo 2060, ne possiede due che, per rispettare le origini e la tradizione, si chiamano Nuvola e Nembo. Anche ‘nembo’ è il nome di una nuvola, quella scura e minacciosa che annuncia i temporali estivi e che affascina la zia. Quando sta per arrivare un temporale, si ferma sempre in mezzo al cortile con la faccia all’insù ad osservare le nuvole finchè scendono i primi goccioloni di pioggia e lei è costretta a spostarsi sotto il portico o addirittura a rincasare.

Oltre a Nuvola e Nembo nella voliera della zia abita un canarino-robot che si chiama Pit-x.
Pit-x ha delle penne artificiali gialle e verde scuro, delle ali meccatroniche che gli permettono di volare e delle piccole zampe con le quali saltella, si aggrappa ai supporti della gabbia e si gratta la testa. Ha due occhietti piccoli e neri che contengono le telecamere che usa per guardare il mondo e imparare dai suoi simili come comportarsi, un un piccolo becco arancione con il quale tritura i semi, toglie la parte interna e la ingurgita, trasformando gli alimenti in calore e poi in energia che gli serve per funzionare. Anche lui apprende per imitazione e i suoi comportamenti sono molto simili a quelli di Nuvola e Nembo.

Prima di regalare Pit-x alla zia Costanza ci abbiamo pensato un bel po’. Non sapevamo come l’avrebbe presa, né se le sarebbe piaciuto avere un robot-canarino nella sua voliera. Ci sarebbero stati degli indubbi vantaggi. Pit-x sa segnalare se le mangiatoie devono essere riempiete di semi, se manca l’acqua, se fa troppo freddo o troppo caldo, se serve riparare la voliera dal sole. Inoltre sa segnalare se Nuvola e Nembo hanno parassiti o non si sentono bene. Allo stesso modo sa registrare se ci sono pericoli esterni alla gabbia, quali un gatto in avvicinamento o delle api che ronzano nelle vicinanze. Se un canarino viene punto da un’ape muore. I pungiglioni di questi meravigliosi insetti, che tanto fanno per il benessere della terra, sono fatali per i canarini. Bisogna tenere le api lontane dalla voliera, così come tutti gli altri insetti col pungiglione. Inoltre Pit-x si accorge se ci sono bambini che tentano di infilare la mani nella voliera e cani aggressivi in avvicinamento. Si mette sempre a svolazzare e a chiamare la zia quando si avvicinano alla gabbia i due gatti arancioni di casa. Il richiamo consiste in tre Pit successivi: “Pit, pit, pit”. Il numero dei pit dipende dal tipo di problema. Un solo Pit: serve qualcosa nella gabbia. Due Pit: Nuvola e Nembo non stanno bene. Tre Pit: Ci sono problemi esterni alla gabbia. E così via.

All’inizio la zia era perplessa, ma poi l’idea di poter proteggere e accudire meglio i suoi canarini ha avuto il sopravvento e Pit-x è stato inserito nella gabbia, direttamente dagli ingegneri del Centro- Trescia-111. Per alcuni giorni abbiamo dovuto lasciare la gabbia con i suoi inquilini al centro di assistenza, in osservazione. Il piccolo robot è stato quindi settato, caricato di energia e ha cominciato la sua attività. All’inizio ha osservato i suoi due coinquilini senza fare praticamente nulla. Un po’ perché stava apprendendo e un po’ per fare in modo che Nuvola e Nembo si abituassero alla sua presenza, senza viverla come una fastidiosa interferenza nella loro soddisfacente quotidianità. Poi, un po’ alla volta, Pit-x ha cominciato a muoversi, cantare, mangiare e mandare tutti i segnali di pericolo per cui è stato programmato.

Adesso sono tre anni che Pit-x abita nella voliera della zia e si comporta molto bene. Gli altri due canarini lo hanno accolto tra loro senza problemi e se si entra nella cucina della zia li si sente cantare tutti e tre soddisfatti “pit pit pit”.La zia Costanza li guarda sempre con molto orgoglio e lo sguardo abbraccia tutti e tre i canarini allo stesso modo. Anche lei si è affezionata a Pit-x.
Purtroppo Nuvola e Nembo non hanno mai fatto piccoli. Nonostante ci sia il nido nella gabbia, Nuvola non ha mai deposto nemmeno un uovo. A volte ci chiediamo se è la presenza di Pit-x che ha interferito con l’attività riproduttiva. Potrebbe essere, ma non sappiamo in che modo. A Trescia-111 ci hanno detto che in altri casi i canarini-robot sono stati ben accolti dalle nuove nidiate, anzi che sono diventati dei bravissimi Pit-sitter per i neonati. Da noi questo non è successo.

Un giorno Pit-x è svenuto. L’abbiamo visto disteso sul fondo della gabbia col le zampette all’insù e gli occhi chiusi. Sembrava morto. Ce ne siamo accorti perché Nuvola e Nembo si sono messi a fare dei cinguettii molto strani. “Pi Pi Piii Piiiii” Una specie di gorgheggio sincopato del tutto inusuale. Anche loro pensavano che Pit-x fosse morto. Invece era un problema elettronico che è stato risolto velocemente. Quando l’abbiamo rimesso nella gabbia aggiustato, abbiamo visto che Nuvola e Nembo erano molto contenti. Saltellavano di qua e di là cantando e poi si sono messi a strappare un po’ di radicchio e l’hanno offerto a Pit-x. Lui ha mangiato il radicchio e poi dai suoi occhi sono scese due lacrime. Questa cosa ci ha impressionato. Da chi ha imparato Pit-x a piangere? I canarini olandesi non piangono mai. Ha imparato da noi umani? Ha visto qualcuno di noi piangere e ha associato questo stato d’animo ad un’emozione forte? Non sappiamo. Sappiamo solo che Pit-x sa piangere.

I processi di apprendimento di un robot avvengono per imitazione e per ricostruzione di catene neuronali che associano quel che le telecamere registrano. La spiegazione più semplice sembra quindi quella che Pit-x sappia osservare e registrare i comportamenti, non solo dei canarini, ma anche quelli di altri esseri viventi che può osservare da vicino. Questa costatazione fa riflettere. Cosa può imparare davvero un canarino-robot, fin dove può arrivare la sua modalità di apprendimento per imitazione? Un dilemma che non vale solo per i canarini ma per tutti i robot di nuova generazione. Le frontiere dell’apprendimento per imitazione sono la scommessa delle scommesse ma, per fortuna, centrano poco con la tranquilla vita che si svolge ogni giorno nell’allegra gabbia della zia Costanza. “Pit” dice la zia, “Pit Pit Pit” gli rispondono in coro i nostri tre canarini.

Avvertenza:
Costanza e il suo mondo sono solo apparentemente diversi e distanti dal mondo che usiamo definire “reale”, e quasi sovrapponibili ad ogni mondo interiore. Chi fosse interessata/o a visitare gli articoli-racconti di Costanza Del Re, può farlo cliccando [Qui]

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Costanza Del Re

E’ una scrittrice lombarda che racconta della vita della sua famiglia e della gente del suo paese, facendo viaggi avanti e indietro nel tempo. Con la Costanza piccola e lei stessa novantenne, si vive la storia di un’epoca con le sue infinite contraddizioni, i suoi drammi ma anche con le sue gioie e straordinarie scoperte.


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