Da: Arci Ferrara
Passata la consultazione referendaria purtroppo non registriamo ancora dal dibattito pubblico stimoli e idee in grado di mantenere e valorizzare la grande partecipazione ottenuta.
Crediamo fondamentale avviare, ciascuno nel suo ambito di riferimento, un’ampia discussione ed ascolto per provare a far fronte al profondo scollamento generato ad esempio tra i giovani e nelle periferie.
Percepiamo ancora troppo silenzio in generale da parte di tutti i partiti della città, ma desideriamo rivolgerci al Partito Democratico in primis, quale principale realtà partitica ancora strutturata sul territorio ed attuale forza di Governo.
La fase storica e la ritrovata voglia di intervenire deve spingerci tutti a non rinunciare al confronto con l’obiettivo comune di costruire una nuova visione sociale. Occorre dotarsi di nuovi strumenti per tenere assieme le relazioni tra Città e periferia e contribuire al rilancio di un’azione generativa anche di nuovi capisaldi valoriali che possano ‘contagiare’ anche altri livelli Istituzionali.
La nostra Associazione di Promozione Sociale, che pratica quotidianamente la dura fatica del confronto e dell’approfondimento, è disponibile assieme a tutti gli altri interlocutori a raccontare ciò che sentiamo tra la gente.
Ripartiamo da lì, attraverso l’esercizio del pensiero autonomo, lontano dalle esiziali logiche di schieramento, ma interrogandosi su quale patto sociale si propone ora?
Ragioniamo di come facciamo a contrastare la semplificazione del ragionamento e la superficialità per migliorare l’efficacia e la chiarezza del messaggio che viene trasmesso.
Come si riesce a costruire una rinnovata azione di sinistra riformista che contrasti le disuguaglianze. Un esempio può essere quello di ‘agire localmente per promuovere globalmente’. Perchè , dunque, non valorizzare, ad esempio, l’approvazione della legge sul reddito di solidarietà della Regione Emilia Romagna facendone una conquista per promuovere un reddito di cittadinanza?
Rimanere concentrati, ad esempio, sull’obiettivo generale di lotta alle disuguaglianze contribuisce a contrastare il populismo, contro il pensiero semplificatorio ed esclusivamente emotivo, contro l’accentuazione dei toni da tifoseria (o da tastiera) che finisce per svuotare la dimensione democratica e creare distacco.
Distacco e spaesamento è ciò che percepiamo tra la nostra gente. Chi è, dunque, interessato a capire quel senso di solitudine che pervade la popolazione? Interessa l’obiettivo generale? Siamo in grado di non cedere ad auto assoluzioni o peggio a rese dei conti? Mettiamoci ad ascoltare.
L’ARCI di Ferrara ed i suoi circoli sul territorio sono disponibili ad agevolare un dialogo con la politica e le organizzazioni sociali promuovendo momenti di riflessione congiunti.
Purtroppo stiamo vivendo anni di ostilità nei confronti di tutti i corpi intermedi, contro i partiti politici, contro i sindacati e contro il Terzo Settore.
Ma un corpo intermedio favorisce le intermediazioni, lo scambio, l’approfondimento, la pluralità che non necessariamente deve essere conflittuale. Oggi serve costruire invece di lacerare, ‘rammendare’ invece di dividere.
Non ci accontentiamo di un pensiero rassicurante, breve, di corto respiro, facente leva sul predominio emotivo e un pensiero emancipativo, ragionevole e meditato nella costante tessitura di relazioni sociali e confronto.
In conclusione, giovani e periferie si sono nuovamente avvicinati alla politica e non debbono essere lasciati alla conquista delle forze retrive e divisive. Lì si gioca il futuro e la crescita del nostro paese.
Chi è d’accordo batta un colpo.
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Arci Ferrara
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