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Rete Lilliput Ferrara anche quest’anno diffonde  in città l’OSM (obiezione alle spese militari), campagna nata con l’obiettivo di denunciare e contrastare il continuo aumento delle spese militari e promossa da Associazione per la Pace – Gavci- Comunità Papa Giovanni XXIII° – Lega Disarmo Unilaterale – Lega Obiettori di Coscienza – Pax Christi ; una voce quanto più possibile forte di cittadini/e che, dichiarandosi obiettori alle spese militari, vogliono esprimere un NO alla guerra  e percorrere una strada alternativa: quella della   difesa non armata nonviolenta.

Sempre di più, in ogni parte del mondo, la presenza di  conflitti porta a cercare soluzioni armate a scapito della via negoziale. Oggi  la crisi pandemica ci insegna che le risorse vanno utilizzate  per risolvere i problemi urgenti  della  popolazione e che le spese militari globali sono uno spreco vergognoso

La spesa militare nel mondo ha raggiunto cifre inaccettabili. Nel 2020, secondo l’Istituto Internazionale ricerche sulla pace (Sipri), il mondo ha speso in armamenti  ben 1.981 miliardi di dollari, con un aumento del 2,6% in termini reali dal 2019 L’Italia nel 2020 risulta al quinto posto in Europa e all’undicesimo nel mondo con 28,9 miliardi di dollari (+ 7,5% rispetto al 2019) .

Diecimila Hiroshima

Va inoltre sottolineato che, nel silenzio dei media  e nell’indifferenza generale, sta riprendendo la corsa agli armamenti nucleari. E’ bene soffermarsi su questo aspetto per ricordare gli effetti devastanti di questi ordigni: la prima bomba atomica sganciata su Hiroshima in un solo istante uccise ottantamila persone e altre centoventimila avrebbero perso la vita nei mesi successivi a causa delle ustioni e dell’avvelenamento da radiazioni.

Oggi nove paesi possiedono circa diecimila testate atomiche e la forza distruttiva di queste armi  è pari a cinquecentomila  bombe di Hiroshima capaci di portare all’estinzione dell’umanità e addirittura della vita sulla Terra.
Contro ogni logica, secondo la Federazione degli scienziati americani “anziché pianificare il disarmo, gli Stati dotati di armi nucleari sembrano pianificare il mantenimento di grandi arsenali per un futuro indefinito, aggiungendo nuove armi nucleari al loro arsenale “.

Ci sono ordigni nucleari anche nel territorio italiano. Sono testate nucleari americane presenti nella base statunitense di Aviano, in Friuli Venezia Giulia (cinquanta ordigni) e nell’aeroporto di Ghedi, vicino Brescia (venti ordigni).

L’Italia viola non solo il Trattato di non proliferazione che essa stessa ha ratificato, ma anche la sua Costituzione – che si fonda sul ripudio assoluto della guerra, e la volontà dei suoi cittadini, che si sono chiaramente espressi in un referendum per il NO al nucleare.

La situazione è talmente allarmante che nel 2020 gli scienziati atomici hanno posizionato le lancette del loro Orologio dell’Apocalisse a soli 100 secondi dalla mezzanotte (limite raggiunto il quale scatta l’utilizzo delle armi atomiche). Mai avevano dichiarato una tale situazione di pericolo nemmeno al culmine della Guerra Fredda.
E’ un quadro tanto drammatico che richiede risposte forti da parte di chi ha a cuore la pace per fermare un escalation senza fine.

La campagna OMS

aSostenere la campagna OSM è una delle risposte possibili; nata nel 1982, la Campagna offre l’occasione di manifestare il proprio dissenso al continuo aumento delle spese militari  e di impegnarsi a sostenere un progetto di pace con un contributo in denaro.
Aderire significa compilare un modulo per sostenere gli obiettivi della Campagna:

  • riduzione delle spese militari a favore di quelle sociali;
  • Istituzione di un modello di difesa non armato e nonviolento (Difesa Popolare Nonviolenta)

Si vuole portare alla piena attuazione l’art 11 della nostra Costituzione là dove afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Un’affermazione che non  si è realizzata pienamente perché esiste un’organizzazione militare in grado di pianificare un intervento armato, ma non c’è una struttura in grado di organizzare un intervento di tipo civile.

Per colmare questa lacuna si prevede una struttura permanente (Il Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta). Una struttura dotata di fondi propri (in buona parte forniti dall’opzione fiscale), creata per lo studio, la ricerca, la sperimentazione concreta di interventi capaci di affrontare le controversie con mezzi di pace. Su questo obiettivo esiste già, inascoltato, un disegno di legge di iniziativa popolare.

  • Autorizzare l’opzione fiscale: dare la possibilità ad ogni cittadino (in sede di dichiarazione dei redditi) di destinare alla Difesa non armata e nonviolenta la propria quota di imposte che lo stato destinerà alle spese per la difesa.

Per far sì che l’adesione alla campagna rappresenti davvero un gesto concreto di pace, si chiede un contributo in denaro da destinare ad un progetto di pace.
Anche quest’anno, si è deciso di sostenere il progetto “Adopt Srebrenica”.

Il progetto “Adopt Srebrenica” 

Srebrenica è stata per molto tempo una città internazionale, con una vita culturale intensa, con relazioni tra etnie diverse che si svolgevano quotidianamente.

Poi a Srebrenica è stato consumato un genocidio, un crimine di guerra; un massacro di migliaia di musulmani bosniaci nel luglio 1995 da parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić nella zona protetta di Srebrenica che si trovava al momento sotto la tutela delle Nazioni Unite.

E’ considerato uno dei più sanguinosi genocidi avvenuti in Europa dai tempi della seconda guerra mondiale: secondo fonti ufficiali, le vittime del massacro furono 8.372. Sono ancora visibili le tracce della guerra sulle case, la divisione persistente tra i gruppi, il dolore ancora impresso sui volti delle persone, dei bambini ….

Per intervenire su questa situazione è nato Il progetto “Adopt Srebrenica”, è un’iniziativa avviata nel luglio 2005 dalla Fondazione Alexander Langer di Bolzano e dalla Associazione Tuzlanska Amica.

Si è costituito un gruppo di giovani di circa 30 persone di diverse etnie, che è impegnato nella ricostruzione di una convivenza pacifica e del tessuto sociale, attraverso la rielaborazione delle vicende del passato.
Le ferite da ricucire sono ancora vive e grandi, pertanto il lavoro incontra molte difficoltà, ma va avanti puntando soprattutto sulle iniziative relazionali che danno risultati a lungo termine. In particolare è stato realizzato un Centro di aggregazione interculturale per i giovani che opera per una gestione nonviolenta dei conflitti.

Come fare a  contribuire

Nel 2020 a Ferrara ci sono stati 147 aderenti e sono stati raccolti 3540,00 Euro destinati al progetto “Adopt Srebrenica”

(Davide Scaglianti – Rete Lilliput Ferrara)

Chi volesse aderire, o comunque saperne di più, può chiamare il numero 333.4985319

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Davide Scaglianti



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