Di fronte alla natura che sta ribellandosi ad anni di incuria, a volte riprendendosi quella parte del territorio che l’uomo aveva a lei rapinato, di fronte all’inettitudine di chi dovrebbe tutelare il nostro territorio, di fronte alla cecità di chi tacciava gli ambientalisti dicendo che denunciare il pericoloso innalzamento della temperatura del globo era inutile e dannoso, di fronte al l’incapacità di sapere programmare politiche ambientali e creare pezzi di economia sul rispetto dell’ambiente, di fronte a popolazioni inermi e terrorizzate, cosa si può dire della politica italiana e del suo bieco provincialismo?
Cosa si può dire di un governo che mischia in un unico decreto l’annullamento della seconda rata dell’Imu con un sostanziale e cospicuo regalo al sistema bancario italiano, già in parte colpevole, per inefficienza, della crisi, cosa dire dell’incapacità di gestire l’ostruzionismo parlamentare, cosa dire della reazione scomposta ed eversiva dei parlamentari del M5S, cosa dire dell’occupazione degli stessi della commissione che doveva studiare la riforma elettorale, impedendo di fatto i lavori, cosa dire delle offese sessiste alla Boldrini e alle parlamentari del Pd, cosa dire della deriva autoritaria che sta prendendo la nostra democrazia, infine, cosa dire del tycon di Arcore che subodorando odore di vittoria ha già lanciato le sue truppe mediatiche in campagna elettorale, come se il nostro paese non fosse in campagna elettorale permanente. Su tutto ciò poche righe, scritte da un semplice cittadino come me, non sono sufficienti, ma basterebbe fare una profonda riflessione sugli anni che stiamo vivendo, basterebbe pensare alla deriva populista della politica, fatta di immagine e non di sostanza, basterebbe pensare agli equilibrismi volti a mantenere lo “status quo” e non al miglioramento, basterebbe pensare a quella sorta di “mutazione antropologica” in senso berlusconiano che ha preso tutti noi, ormai incapaci di avere una “visione” del futuro.
Sarebbe necessario spendere fiumi di inchiostro per illustrare la situazione ma credo, concludendo i miei pensieri, che, per ora sia sufficiente alzare il nostro sistema di allarme, aumentare le nostre sensibilità e cominciare da noi a pensare al futuro e ad analizzare davvero quali siano le istanze politiche che possano portare il nostro paese a diventare un moderno paese occidentale.
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Stefano Peverin
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