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Angelica liberata… in Ariostea

Articolo pubblicato il 15 Aprile 2016, Scritto da Giorgia Mazzotti

Tempo di lettura: 2 minuti


Ma quante ariostesche “Angeliche liberate” che si offrono su quadri, tele, incisioni e persino fumetti. A fare notare, rintracciare e argomentare la frequenza di queste immagini ispirate all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto sarà oggi Roberto Roda, studioso responsabile del Centro etnografico ferrarese, capace di analizzare con uguale rigore cultura alta e cultura bassa.

Roda spiega: “Questa posa di Angelica non sembra temere le mode e attraversa indenne, leggiadra e, naturalmente, svestita il neoclassicismo (Ingres), le fantasie simboliste (Redon, Vallotton), i sogni della Metafisica e del Surrealismo (De Chirico, Savinio, Dalì)”. Quali sono le ragioni antropologiche di un successo così duraturo? “La vicenda di Angelica salvata da Ruggiero – dice il ricercatore – nelle fantasie degli artisti  degli ultimi due secoli divampa, ma si confonde anche in qualche modo con il mito greco di Perseo che libera Andromeda e con la leggenda di San Giorgio che salva la principessa, al punto da alimentare un racconto figurativo popolare, ideale e fluido, dove tutti i protagonisti delle varie vicende (Perseo, San Giorgio, Ruggiero, Andromeda, Angelica e la principessa di Lidia) si inseguono, si incontrano e, non di rado, si scambiano i ruoli”.

Roberto Roda parlerà di “Angelica incatenata, Angelica liberata: un tormentone artistico tra ’800 e contemporaneità” oggi, venerdì 15 aprile 2016, alle 17, sala Agnelli della Biblioteca comunale Ariostea, via Scienze 17, Ferrara

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

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Scena dell’Orlando Furioso con Angelica illustrata da Quidor in un’incisione del 1900 ispirAta a Ingres (1839)
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Ruggero e Angelica in unterpretazione dell’Orlando Furioso di Alessia Pozzi, 2012
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La scena dell’Orlando Furioso con Angelica illustrata da Albertarelli

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, MN 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, BO 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici UniFe, Mimesis, MI 2017). Ha curato mostra e catalogo “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani