Ma quante ariostesche “Angeliche liberate” che si offrono su quadri, tele, incisioni e persino fumetti. A fare notare, rintracciare e argomentare la frequenza di queste immagini ispirate all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto sarà oggi Roberto Roda, studioso responsabile del Centro etnografico ferrarese, capace di analizzare con uguale rigore cultura alta e cultura bassa.
Roda spiega: “Questa posa di Angelica non sembra temere le mode e attraversa indenne, leggiadra e, naturalmente, svestita il neoclassicismo (Ingres), le fantasie simboliste (Redon, Vallotton), i sogni della Metafisica e del Surrealismo (De Chirico, Savinio, Dalì)”. Quali sono le ragioni antropologiche di un successo così duraturo? “La vicenda di Angelica salvata da Ruggiero – dice il ricercatore – nelle fantasie degli artisti degli ultimi due secoli divampa, ma si confonde anche in qualche modo con il mito greco di Perseo che libera Andromeda e con la leggenda di San Giorgio che salva la principessa, al punto da alimentare un racconto figurativo popolare, ideale e fluido, dove tutti i protagonisti delle varie vicende (Perseo, San Giorgio, Ruggiero, Andromeda, Angelica e la principessa di Lidia) si inseguono, si incontrano e, non di rado, si scambiano i ruoli”.
Roberto Roda parlerà di “Angelica incatenata, Angelica liberata: un tormentone artistico tra ’800 e contemporaneità” oggi, venerdì 15 aprile 2016, alle 17, sala Agnelli della Biblioteca comunale Ariostea, via Scienze 17, Ferrara
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Giorgia Mazzotti
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