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Da Alessandra Tuffanelli, Irene Bregola

Il panorama politico legato alla Sinistra italiana ha sin qui generato purtroppo non poco sconforto per divisioni incomprensibili, inconsistenza e incapacità di rispondere concretamente alle esigenze diffuse. Non è nostra intenzione aggiungere ragioni di scoramento e confusione, vorremmo invece tentare, ampliando i confini del confronto, di ricostruire una prospettiva unitaria, che si faccia autentica alternativa ai populismi in ogni loro declinazione. È con questa animazione che con molti altri abbiamo deciso di non partecipare al congresso fondativo di Sinistra Italiana, la cui fase fondativa ci aveva viste impegnate a partire dal comitato promotore locale. Il nostro obiettivo infatti, ancor più in una fase mobile come l’attuale, è allargare e non recintare spazi identitari, sovente attraversati da dinamiche escludenti che si accompagnano inevitabilmente ad approcci minoritari. Limitarsi alla denuncia delle contraddizioni materiali che attraversano il nostro paese non è sufficiente, occorre avanzare proposte credibili che vivano nel cuore della società e si incarichino di modificare una realtà per troppi mortificante, nella quale sfilano sfruttati, disoccupati, non autosufficienti privi di tutele, marginali e destinatari di pregiudizi. Il sovvertimento di questa impostazione indifferente a sofferenza e iniquità, non può compiersi che attraverso una tensione coraggiosa, che attraversi i corpi vivi quanto le istituzioni, laddove possibile anche nell’area del centro-sinistra.
Il nostro orizzonte resta lo stesso che aveva animato la partecipata iniziativa del Teatro Quirino, ovvero la realizzazione di una forza politica intransigente nei principi, ma duttile nei modi. Una Sinistra non settaria dunque, ma aperta e inclusiva. La via tracciata con la fuoriuscita dal Partito Democratico e da Sinistra Italiana, per manifesta incompatibilità, di diversi che furono animatori di una stagione coalizionale importante, va collocata in questo orizzonte condiviso che ha trovato forma in Articolo 1 e nel neonato Gruppo Parlamentare Movimento dei Democratici Progressisti. Ad esso si aggiunge il lavorio incessante di Giuliano Pisapia che a breve formalizzerà le Officine delle Idee, luoghi nei quali raccogliere suggestioni programmatiche e testimonianze vitali. I due impegni possono e devono convergere in una casa comune popolare, plurale, orgogliosamente trasformativa. I presupposti per ricacciare il renzismo e riporre il tema della necessità di una Sinistra forte, radicata, percepita come soluzione delle disuguaglianze anziché promotrice delle stesse, oggi sussiste. Non l’ennesima sigla inconsistente, ma un presidio permanente contro le laceranti sofferenze che segnano il mondo del lavoro, le nuove povertà, la dissennata agenda ambientale, l’aziendalizzazione delle istituzioni formative, la privatizzazione strisciante della sanità pubblica. Un nuovo inizio che raccolga il disperso popolo della Sinistra riconsegnando alle nuove generazioni una speranza. Per questo sabato saremo a Roma, alla nascita di Campo Progressista, cosi come eravamo alla presentazione del gruppo parlamentare di MDP, ad offrire il nostro contributo alla realizzazione dell’ambizioso progetto di trasformazione della società italiana, che da subito ci vedrà impegnate sul territorio con le compagne e i compagni che sceglieranno di condividere questo percorso. (per contatti: CampoProgressistaFE@gmail.com, Articolo1FE@gmail.com).

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