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da: ufficio stampa A.N.B.I.

Il presidente Vincenzi: “si conferma la necessità di un piano Nazionale degli invasi soprattutto al nord. L’agricolutra deve rimanere la priorità d’uso dell’acqua dopo il consumo umano”

“Nonostante il caldo torrido, non dovrebbero registrarsi difficoltà nell’irrigazione a servizio di quelle produzioni agricole, che rappresentano l’84% del made in Italy agroalimentare”: lo afferma l’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI) sulla scorta di dati, che indicano riempimenti medi superiori al 50% della capacità.
“La recente criticità idrica registrata nelle campagne dell’Alto Mantovano – commenta Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – testimonia però la necessità di un Piano Nazionale degli Invasi a servizio dell’agricoltura, cui solo marginalmente può rispondere il Piano Irriguo Nazionale, la cui dote finanziaria si è ridotta, nel corso degli anni, a soli 300 milioni di euro.
Soprattutto al Nord, tradizionalmente abituato ad un clima temperato, i cambiamenti climatici stanno concentrando molteplici interessi, talvolta confliggenti, sulla risorsa idrica, nonostante la legge indichi l’uso agricolo come priorità dopo l’utilizzo per scopo umano.
L’esempio più evidente, ma non l’unico, è il contrasto di interessi con il settore della produzione di energia idroelettrica: nel momento, in cui le campagne sono assetate, si centellinano i rilasci idrici verso valle in base alle richieste industriali ed in vista del forte aumento di richiesta energetica, dovuto all’attivazione dei condizionatori.
La realizzazione di bacini collinari o di pianura ridurrebbe fortemente le ricorrenti tensioni fra interessi, che divengono contrapposti anche se, in realtà, complementari.

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