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da: ufficio stampa A.N.B.I.

Dall’acqua dei laghi lombardi dipende Il made in Italy agroalimentare della pianura padana. Francesco vincenzi (presidente Anbi): “I consorzi hanno chiesto una cabina di regia nazionale per non mettere a rischio il made in italy agroalimentare”.

Il 60% di acqua in meno della media decennale nei grandi laghi lombardi, un manto nevoso di gran lunga inferiore a quello abituale: sono questi i dati più significativi, che indicano la gravità della situazione idrica della Lombardia, caratterizzata da una stagione autunno- invernale con alvei e fontanili carenti d’acqua, falde acquifere molto basse e terreni secchi. Di fronte a questa situazione, Regione Lombardia ha istituito un tavolo di concertazione con tutti gli enti ed i portatori d’interesse: amministrazioni provinciali, organizzazioni professionali agricole, consorzi regolatori dei laghi, A.I.Po, ANBI Lombardia, aziende idroelettriche.
In discussione ci sono temi che, stanti le attuali condizioni meteo, diventeranno di prossima attualità in numerose regioni, soprattutto nel Nord Italia: una maggiore flessibilità del Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.), una gestione coordinata dei bacini idrici e degli invasi, un uso oculato della risorsa idrica.
Le riserve idriche in Lombardia sono costituite principalmente da cinque laghi (Lago Maggiore, Lago di Como, Lago d’Idro, Lago di Garda e Lago d’Iseo) e dalle dighe (invasi artificiali a monte dei suddetti laghi) e in parte, nella stagione primaverile/estiva, dall’apporto d’acqua di scioglimento del manto nevoso montano.
Il quadro meteoclimatico attuale vede il Nord Italia in una fase di siccità critica, che perdura ormai da diversi mesi e che comporta un costante prosciugamento delle riserve idriche.
Tutti i laghi lombardi, il cui apporto idrico è determinante per l’intera Pianura Padana, si trovano in forte deficit idrico, registrando una disponibilità d’acqua inferiore del 50% rispetto alla media annua di riferimento.
Tale carenza idrica lacustre è dovuta principalmente allo scarso afflusso di acqua dai fiumi immissari, le cui portate sono prive di significativi apporti d’acqua piovana. Essa viene inoltre acuita dall’aumento dei prelievi di acqua a monte per il riempimento degli invasi artificiali a fini idroelettrici: a scopo preventivo, infatti, gli enti gestori degli impianti idroelettrici stanno aumentando le riserve d’acqua nel caso, in cui la situazione meteoclimatica perduri a lungo e non vi siano altri apporti idrici disponibili. A tal proposito si registra un aumento del 38% del volume d’acqua presente negli invasi del bacino dell’Adda rispetto alla media annua di riferimento (media del periodo 2006-2014) e del 12,4% per il bacino dell’Oglio.
Altra situazione critica che contribuisce a peggiorare lo scenario delle disponibilità idriche primaverili/estive è la scarsa copertura nevosa, che si registra su Alpi e Prealpi. Il contributo idrico di questa poca neve sarà in primavera assai modesto, tanto che l’indice SWE (Snow Water Equivalent), che definisce la quantità di acqua, che si otterrebbe, sciogliendo gli accumuli nevosi presenti, assume valori praticamente nulli su tutto il territorio lombardo.
“A fronte di quanto sta già registrandosi, non posso esimermi da esprimere preoccupazione per la situazione, che si sta delineando – conclude Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI) – E’ quindi quantomai opportuno ribadire la richiesta di una Cabina di Regia nazionale che per tempo vada a prevenire una situazione di carenza idrica in grado di mettere a rischio il territorio tutto ed in particolare il Made in Italy agroalimentare.”

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