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Amoreno Martellini presenta il libro “Morire di pace. L’eccidio di Kindu nell’Italia del miracolo”

Articolo pubblicato il 19 Maggio 2018, Scritto da IBS.IT BOOKSHOP

Tempo di lettura: 2 minuti


Lunedì 21 maggio
alle 18.00
Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Dialogano con l’autore

Daniele Lugli e Andrea Baravelli

Nel novembre 1961 tredici militari italiani vennero trucidati a Kindu, in Congo, dove contribuivano alla prima missione di pace decisa dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per arginare la guerra civile scoppiata dopo la proclamazione dell’indipendenza dal Belgio. L’efferatezza del crimine, di una ferocia incontrollata e seguito da un lugubre accanimento sui corpi delle vittime, suscitò nella società italiana – immersa nel processo di trasformazione indotto dal boom economico – reazioni e sentimenti molto contrastanti, dando origine a interrogativi di vario genere. Alcuni riguardavano la natura stessa della missione di pace (espressione del tutto nuova all’epoca) e i motivi per cui l’Italia vi era stata coinvolta. Altri incrociavano dimensioni differenti: la rappresentazione dell’altro e gli stereotipi contrapposti relativi all’Africa; la definizione di vecchi e nuovi rituali collettivi di elaborazione del dolore e del lutto; lo sviluppo di un nuovo linguaggio politico e retorico nelle aule del parlamento e nelle piazze; infine, il ruolo della comunicazione mediatica e, in particolare, di quella televisiva. In questo libro Amoreno Martellini interpreta il massacro di Kindu e le reazioni che ne derivarono avvalendosi delle chiavi di lettura fornite dalla storiografia più recente e collocandolo su uno sfondo politico di ampia portata: la guerra fredda – il muro di Berlino era stato da poco eretto – e la transizione dell’Italia verso il governo del centro sinistra.

Amoreno Martellini insegna Storia contemporanea all’Università di Urbino. È autore, tra l’altro, di «Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell’Italia del Novecento» (Donzelli, 2006) e di «All’ombra delle altrui rivoluzioni. Parole e icone del Sessantotto» (Bruno Mondadori, 2012)

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani