Ambiente, sul fiume Marecchia una sperimentazione innovativa per ricaricare d’acqua le falde
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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Presentati oggi a Rimini i risultati del progetto condotto dalla Regione. L’assessore Paola Gazzolo: “Un esempio concreto di come contrastare la siccità e favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici”.
Bologna – Ricarica controllata delle falde del Marecchia per contrastare la siccità estiva. É la sperimentazione innovativa condotta, da febbraio 2014 a gennaio 2016, dalla Regione Emilia-Romagna, d’intesa con la Provincia e il Comune di Rimini, il Consorzio di bonifica della Romagna e l’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità della Romagna.
I risultati sono stati presentati oggi a Rimini nel corso di un convegno organizzato dal Servizio sismico, geologico e dei suoli regionale.
Attraverso la sperimentazione, nel lago artificiale realizzato nel riminese in una ex cava situata nell’area di ricarica della conoide del Marecchia è stata immessa dell’acqua aggiuntiva proveniente dal fiume e veicolata tramite il canale consortile dei Mulini.
“L’intuizione alla base del progetto- spiega Paola Gazzolo, assessore regionale alla Difesa del suolo- era che l’aumento del volume di risorsa idrica, per infiltrazione, si sarebbe tradotto rapidamente in una maggiore disponibilità di acqua nelle falde. Le rilevazioni hanno confermato il raggiungimento degli obiettivi attesi, con valori di falda massimi proprio nelle vicinanze dell’ex cava”.
Per verificare l’efficacia dell’intervento, costato complessivamente 45 mila euro, è stata collocata un’apposita rete di monitoraggio costituita da 20 punti di misurazione. Tra gli effetti positivi è stata anche riscontrata una netta riduzione della concentrazione di nitrati e l’insediamento, nell’area del lago, di alcune specie protette di uccelli di interesse comunitario che, per nidificare, hanno bisogno di un preciso equilibrio ambientale.
Soddisfatto della sperimentazione anche il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi: “La ricarica delle falde- afferma- è un esempio di scelte strategiche e lungimiranti che assieme alla Regione stiamo costruendo e che vedono il Comune di Rimini protagonista: la gestione dei beni comuni, e l’acqua è un fondamentale bene comune, richiede politiche integrate. Le stiamo mettendo in campo, a partire dagli strumenti di pianificazione territoriale e programmazione degli investimenti. Primi in Italia, stiamo sostenendo con importanti finanziamenti una serie di investimenti per eliminare gli scarichi di acque miste a mare”.
“Il progetto presentato oggi- aggiunge Gazzolo- è un esempio di successo della capacità di individuare forme innovative per l’adattamento ai cambiamenti climatici che, soprattutto in Romagna, si stanno manifestando anche come carenza d’acqua. In questo modo si costruiscono vere politiche di prevenzione e l’Emilia-Romagna, con le sue strutture tecniche, è in prima linea nel farlo. Visti gli esiti positivi della sperimentazione, abbiamo ritenuto di rendere la ricarica un intervento strutturale, inserendola quindi tra le misure del Piano di gestione del Distretto idrografico dell’Appennino settentrionale. Le operazioni- conclude l’assessore- avverranno in accordo con i diversi soggetti già coinvolti nella sperimentazione e in linea con le norme ministeriali in via di attuazione”.
Il fiume Marecchia e l’approvvigionamento idrico della Romagna
Le risorse idriche della conoide alluvionale del fiume Marecchia rivestono un’importanza strategica per l’approvvigionamento idropotabile dell’intera area riminese.
Dalle falde sotterranee vengono infatti prelevati circa 28 milioni di metri cubi d’acqua l’anno, 19 dei quali sono utilizzati a fini idropotabili. Solo nel periodo estivo a Rimini vengono distribuiti mediamente 3 mila metri cubi d’acqua al secondo.
Il susseguirsi, a partire dal 2007, di alcune estati siccitose ha indotto la Regione Emilia-Romagna ad istituire un Tavolo tecnico – coordinato dall’Agenzia regionale di Protezione civile e costituito dagli enti tecnici competenti – per la gestione delle crisi idriche.
Una delle azioni percorribili per prevenirle e contrastarle è la ricarica in condizioni controllate delle falde, che permette di aumentare la disponibilità d’acqua nel sottosuolo, di contrastare l’intrusione del cuneo salino e la subsidenza.
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