Ambiente, studio sulle materie prime per l’edilizia realizzato da Regione ed altri 27 partner di 13 Paesi del sud est Europa
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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna
Riduzione delle estrazioni in cave (le cui rinaturalizzazioni rappresentano una risorsa ambientale e non solo) ma soprattutto un futuro che passa dalla sostituzione dei materiale naturali, con i cosiddetti ‘aggregati secondari’ come attività umane come le macerie derivate dalla demolizione di vecchi edifici
Le materie prime che vengono usate in edilizia (ghiaia, sabbia ed argilla) non sono una risorsa infinita. Per questo l’utilizzo degli inerti da costruzione necessita di una pianificazione attenta e scrupolosa nei confronti dell’ambiente ma soprattutto occorre utilizzare al posto dei materiale naturali, i cosiddetti ‘aggregati secondari’ ovvero dei materiale di scarto delle attività umane come, ad esempio, le macerie derivate dalla demolizione di vecchi edifici.
Queste ed altre buone pratiche, sistematizzate a livello europeo, sono state studiate e divulgate con il progetto europeo SNAP-SEE sulla pianificazione sostenibile degli inerti naturali e riciclati nel sud est Europa” (Sustainable Aggregates Planning in South East Europe): progetto che ha coinvolto un partenariato formato da 27 istituzioni regionali di 13 Stati dell’Unione europea.
Per l’Italia hanno partecipato al progetto SNAP-SEE la Regione Emilia-Romagna (coinvolgendo tre servizi della Direzione generale Ambiente, difesa del suolo e della costa), la Provincia Autonoma di Trento e, come partner osservatore, la Provincia di Parma.
L’obiettivo principale del progetto è stato quello di fornire alle amministrazioni della zona del sud est Europa metodologie condivise per una pianificazione sostenibile degli aggregati (ovvero degli inerti naturali e riciclati), attraverso l’armonizzazione delle procedure e degli strumenti di pianificazione fra i diversi Paesi.
Le cave dalle quali queste materie vengono prelevate potrebbero non contenerne a sufficienza per garantire lo sviluppo futuro. Inoltre, ampliare le cave esistenti o aprirne di nuove, significa consumare ulteriore suolo agrario, e, in ogni caso, creare forte impatto sul paesaggio e sull’ambiente. Il progetto SNAP-SEE propone di ottimizzare e rendere più fruibile l’utilizzo di aggregati secondari nella nostra regione, limitando così l’uso di materie prime naturali.
Inoltre la Regione punta al recupero ambientale delle zone di ex cava e il progetto SNAP SEE mette a disposizione diverse esperienze sviluppate in questo senso nel nord Europa, dove zone di ex cave sono diventate aree di forte interesse ambientale, con sistemi di fruizione che le rendono fortemente attraenti per lo svago.
Nell’ambito di questo progetto sono stati prodotti manuali tecnici dedicati alla divulgazione delle migliori pratiche da seguire nella pianificazione degli aggregati. Si tratta di manuali operativi, concepiti per un utilizzo immediato, che, tra l’altro, sottolineano l’importanza del coinvolgimento dei portatori di interesse, indicano quali sono i dati che è utile considerare nel processo pianificatorio e propongono una serie di procedure da seguire, mutuate dall’esperienza delle nazioni più avanzate.
I manuali (5 in tutto) sono scaricabili in lingua inglese nel sito del progetto SNAP-SEE all’indirizzo http://www.snapsee.eu/ . Parallelamente a questa manualistica è stato realizzato dalla Regione un’ulteriore pubblicazione intitolata “Contributi per la pianificazione sostenibile degli aggregati in Emilia-Romagna”, che tratta le medesime tematiche di SNAP – SEE specificandole maggiormente per il territorio regionale.
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