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da: Ufficio Stampa Coldiretti

L’Emilia Romagna è la regione più alberata d’Italia, con una densità di 1.815 alberi per ettaro. Lo Comunica Coldiretti Emilia Romagna sulla base del rapporto 2015 dell’Infc (Inventario nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio), nel giorno della mobilitazione di migliaia di agricoltori e boscaioli della stessa Coldiretti, scesi in piazza a Trento per salvare la foresta Italiana.
Coldiretti Emilia Romagna stima che nella nostra regione potrebbero nascere 4.000 nuovi posti di lavoro dall’aumento del prelievo del legname e da una migliore gestione delle aree forestali che, con un incremento del 20 per cento negli ultimi trent’anni, hanno raggiunto, secondo i dati del Piano forestale regionale, la superficie record di 611 mila ettari, arrivando a coprire quasi un terzo dell’intero territorio.
Il mancato riconoscimento culturale, sociale ed economico di chi vive e lavora a difesa del paesaggio e dell’ambiente, nell’interesse dell’intera collettività – commenta Coldiretti Emilia Romagna – ha provocato una inarrestabile avanzata della foresta che si è impossessata dei terreni incolti con rischi per l’ambiente, gli incendi e la stabilità idrogeologica. Ogni anno in Emilia Romagna – ricorda Coldiretti – c’è un accrescimento forestale di 2,3 milioni di metri cubi di legna, mentre le richieste di taglio non superano i 500 mila metri cubi, pari al 21 per cento, mentre in Europa si preleva, in media, il 60% della nuova biomassa.
Il risultato – commenta Coldiretti Emilia Romagna – è che si importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di 3,7 miliardi nel 2015 ed un incremento del 6% nel primo trimestre del 2016. Tra l’altro – precisa Coldiretti – l’Italia è il principale importatore mondiale di legna da ardere per un quantitativo di 3,4 miliardi di chili nel 2015 con una tendenza all’aumento del 5% nel primo trimestre del 2016. L’industria italiana del legno è la prima in Europa, ma con legna che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato nel nostro Paese.
I boschi dell’Emilia Romagna – sostiene Coldiretti regionale – se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare non solo il serbatoio naturale di assorbimento del carbonio, ma anche un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio‐economico delle aree marginali, rurali e di montagna. Attualmente nel settore forestale e nelle attività connesse, secondo elaborazione Coldiretti su dati Unioncamere, in regione operano a vario titolo 3.250 aziende con circa 6.000 occupati, cui si aggiungono 1.800 addetti di 120 imprese più strutturate che operano nel settore del verde pubblico e privato e della difesa idrogeologica. Utilizzando al meglio i fondi del Pian forestale nazionale – commenta Coldiretti – si può pensare di migliorare la gestione dei boschi creando nuovi post di lavoro nella gestione forestale e delle attività connesse.
In questa direzione – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – va l’attività di ForestaAmica, il consorzio forestale costituito da Coldiretti a Bologna, che, in collaborazione con il Comune di Monzuno nella montagna bolognese, e utilizzando i fondi del Piano forestale regionale, sta svolgendo corsi per operatori forestali che consentono agli imprenditori agricoli di potere lavorare nel settore per curare il bosco, tagliare alberi e commercializzare legna, dando in questo modo più valore al ruolo degli imprenditori agricoli per la qualità dell’aria e riconoscimento dei crediti di carbonio, per arrivare a sviluppare la filiera 100% italiana attraverso i Piani di sviluppo rurale e con l’incentivazione dell’utilizzo di legno prodotto in Italia negli appalti pubblici.

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