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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il presidente Bonaccini: “Un riconoscimento straordinario, che ci permette di entrare nei circuiti turistici internazionali e di coniugare la tutela del territorio con lo sviluppo economico. Un altro tassello che aggiungiamo per fare dell’Emilia-Romagna una regione sempre più europea”. Oggi a Bologna la presentazione delle azioni e degli obiettivi legati al riconoscimento ricevuto

Coniugare la difesa dell’ambiente, della biodiversità e delle tradizioni storiche e culturali con lo sviluppo del turismo e la crescita dell’economia.
Questa la sfida che attende le due nuove Riserve Mab (Man and the biosphere) dell’Unesco: il Delta del Po e l’Appennino Tosco Emiliano, che il 9 giugno scorso hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento internazionale entrando così a far parte delle 631 Riserve Mab Unesco al mondo, di cui solo 13 italiane.
Ne hanno parlato oggi a Bologna il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche ambientali Paola Gazzolo, il presidente del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna Massimo Medri e il presidente del Parco nazionale Appennino Tosco Emiliano Fausto Giovanelli,illustrando alla stampa le azioni che saranno intraprese per cogliere al meglio le grandi opportunità offerte al territorio da questo riconoscimento.
“Vogliamo sempre più essere una regione europea e una regione europea in contatto con il mondo – ha affermato il presidente Bonaccini -.
L’export sta volando, siamo primi in Europa per prodotti Dop e Igp, abbiamo tre città, Ferrara, Ravenna e Modena, che sono già state riconosciute Patrimonio mondiale dell’Unesco. Adesso due aree della nostra regione sono diventate Riserva Mab: un risultato straordinario, che ci permette di entrare in circuiti di promozione turistica internazionali e di coniugare la tutela del territorio, della cultura e delle tradizioni con lo sviluppo economico.
Si tratta di luoghi che grazie alle loro eccellenze possono soddisfare un turismo sempre più alla ricerca del mix tra cultura, enogastronimia, ambiente e welness. Nella settimana dell’Emilia-Romagna all’Expo – ha concluso Bonaccini – organizzeremo una promozione ad hoc e assieme a Toscana e Veneto lavoreremo per iniziative comuni di valorizzazione dei Mab”.
“Quello ottenuto – ha aggiunto l’assessore Gazzolo – è un riconoscimento importantissimo per due aree che rappresentano il cuore del patrimonio naturale nella nostra regione e della via Emilia, ma è anche un punto di partenza. Vogliamo che diventi un’opportunità di internazionalizzazione turistica e di crescita economica del nostro territorio.
Per farlo il primo passo è l’insediamento degli organismi di governance dei Mab in stretta relazione con Toscana e Veneto, poi la messa a punto di iniziative promozionali che sfruttino al meglio la vetrina di Expo, la pubblicazione di tutti i siti dell’Emilia-Romagna riconosciuti dall’Unesco, per finire con una programmazione quinquennale di azioni su cui far convogliare le risorse europee”.
Anche i presidenti dei due Parchi hanno sottolineato la necessità di mettere insieme natura ed economia: “Queste non sono solo aree da conservare – hanno affermato Medri e Giovanelli – ma in cui promuovere azioni di valorizzazione, qualificazione, fruizione e sviluppo. Ora inizia la sfida più difficile, ma noi siamo pronti”.

Riserva Mab Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano
Ha una superficie di 223.229 ettari. Interessa 38 comuni nelle province di Reggio Emilia, Parma, Modena, Massa Carrara e Lucca, 16 dei quali fanno parte del Parco Nazionale Appennino tosco emiliano (la superficie della riserva interessa un’area dieci volte più ampia di quella del Parco).
Sorge tra i passi della Cisa e delle Forbici, dove i crinali boscosi che separano la Toscana dall’Emilia lasciano il posto a un ambiente di vera montagna. Le vette dell’Alpe di Succiso, del Monte Prado e del Monte Cusna superano i 2000 metri, le foreste lasciano il posto alle rocce, ai laghi e alle praterie d’alta quota.
Più in basso, sul versante emiliano, l’inconfondibile Pietra di Bismantova domina il paesaggio con le sue pareti verticali.
Vanta una straordinaria ricchezza di ambienti, dalle praterie alle brughiere a mirtillo alle vette più impervie; e ancora laghi, cascate, torrenti, pareti rocciose; animali come il lupo, il muflone, il capriolo, l’aquila reale e rarità botaniche che fanno di intere zone veri e propri giardini botanici naturali. Il valore turistico di quest’area naturale punta anche su prodotti e servizi di qualità, eccellenti strutture per le attività sportive e il relax.
Nelle aree di collina, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma guidano una serie di 64 prodotti Doc, Igp e tradizionali che connotano il paesaggio e l’economia.
Il Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano fu istituito nel 2001 per tutelare e valorizzare il suo patrimonio paesaggistico, culturale, agricolo, ambientale, produttivo e turistico.
Con i fondi europei sono stati finanziati progetti di ricerca per la sostenibilità del turismo, la convivenza tra la presenza del lupo e le attività umane e la tutela delle Aree di interesse geologico dei Gessi Triassici. Con il Piano regionale di sviluppo rurale, il PorFesr e Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano è stata finanziata la realizzazione delle Porte e dei Centri visita del Parco e la tutela di biotopi di valore ambientale e scientifico.
La candidatura a Riserva Mab Unesco è stata presentata in settembre 2014, in aprile 2015 sono state prodotte le integrazioni richieste, il 9 giugno 2015 a Parigi il Comitato internazionale ha riconosciuto l’Appennino Tosco Emiliano Riserva della Biosfera dell’Unesco.

Riserva Mab Parco del Delta del Po
Ha una superficie complessiva di 138.000 ettari, il 30% dei quali in Emilia-Romagna estesi tra le provincie di Ferrara e Ravenna. I confini della Riserva includono le aree di Volano-Mesola-Goro; Centro storico di Comacchio; Valli di Comacchio.
Il Parco è stato istituito con la legge regionale 27 del 1988.
È una delle 5 macroaree protette dell’Emilia-Romagna e comprende due riserve naturali regionali (Dune fossili di Massenzatica e Alfonsine), due riserve statali (Sacca di Belocchio e Pineta di Ravenna), oltre a numerose riserve naturali, aree di riequilibrio ecologico, paesaggi naturali protetti, 33 siti Rete Natura 2000.
La maggior parte del territorio del Parco è stata riconosciuta come sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale: è composto da numerose zone umide, habitat costieri, cordoni dunosi, aree boscate e pinete ed è ricco di biodiversità per le sue specie animali (fauna, fauna minore, ittiofauna, uccelli, anfibi, rettili) e floristico vegetazionali.
Il paesaggio del Delta è stato riconosciuto nel 1999 dall’Unesco paesaggio culturale di valore mondiale non solo per le sue riserve naturali, ma per la matrice ecosistemica complessiva.
Negli ultimi dieci anni sono stati realizzati progetti finanziati con fondi europei con molteplici obiettivi: conservare le vaste aree umide, gli habitat e le rare specie di uccelli, anfibi e rettili che popolano le saline; tutelare gli ecosistemi creati dall’uomo per la produzione del sale in cui si sono ambientate diverse specie di avifauna protetta; rafforzare le politiche di prevenzione, lotta agli incendi e gestione delle emergenze.
Con il Piano regionale di sviluppo Rurale sono stati finanziati numerosi interventi di forestazione che hanno interessato le Pinete di Marina di Ravenna, Cervia, Spina e Classe.
La candidatura a Riserva Mab Unesco è stata presentata assieme al Veneto nel 2013, in settembre 2014 sono state inviate le integrazioni richieste e il riconoscimento ufficiale è arrivato il 9 giugno 2015.

Le Riserve della Biosfera Unesco
Sono 631 nel mondo, di cui 13 in Italia.
Sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si coniugano la conservazione dell’ecosistema e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali.
I principali obiettivi delle Riserve sono: conservare e rinnovare lo storico rapporto di equilibrio tra uomo e biosfera, minacciato dal progressivo abbandono e dai cambiamenti climatici; tutelare e conservare la biodiversità, la sostenibilità ambientale e l’agricoltura, valorizzando in particolare le produzioni di qualità e il biologico; incrementare la forestazione; valorizzare le tradizioni culturali e artigianali delle comunità locali; sviluppare e diffondere l’educazione ambientale; contrastare il dissesto idrogeologico; promuovere e sviluppare un turismo sostenibile.
Il riconoscimento a Riserva della Biosfera Unesco non comporta alcun ulteriore vincolo di tipo urbanistico, ambientale e giuridico rispetto a quelli esistenti.

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