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Da Centro Documentazione Donna

via Terranuova 12/b – Ferrara venerdì 12 gennaio 2018 ore 17

L’incontro fa parte del ciclo ContemporaneaMente, curato da Elisabetta, Roncoli, in cui, per il terzo anno consecutivo, viene analizzata l’opera di intellettuali vissute negli stessi anni di Virginia Woolf.
Rebecca West, pseudonimo di Cicely Isabel Fairfield (1892–1983), è stata una scrittrice britannica, di origini scozzesi e irlandesi, molto conosciuta grazie ai suoi romanzi, ai suoi articoli di giornalismo, ai suoi interventi di critica letteraria e per i suoi romanzi di viaggio. Autrice prolifica e attenta osservatrice del suo tempo, nella sua opera ha toccato diversi generi letterari ed è stata una delle più importanti figure intellettuali del ventesimo secolo, impegnata nelle cause femministe e nella difesa dei principi liberali. Nel 1947 la rivista Time la definì “indiscutibilmente la scrittrice numero uno al mondo”.
Nel 1914 Wells ebbe un figlio, Anthony West (1914-1987), con lo scrittore H. G. Wells (1866-1946).
La sua opera forse più importante fu Black Lamb and Grey Falcon (1941), pubblicato solo in parte in Italia, con i titoli Viaggio in Croazia, La vecchia Serbia e Viaggio in Bosnia ed Erzegovina, un ricco ed elaborato diario di viaggio nel quale l’autrice narra la storia e la cultura della Jugoslavia, che lei visitò per la prima volta nel 1934.
Tra le altre sue opere, gran parte delle quali non edite in Italia, si ricordano: A Train of Powder (1955), il suo personale reportage relativo al processo di Norimberga; The Meaning of Treason e The New Meaning of Treason, sulla Seconda guerra mondiale; Il ritorno del soldato, romanzo modernista sulla Prima Guerra mondiale; La famiglia Aubrey, una raccolta di tre romanzi autobiografici: The Fountain Overflows, This Real Night e Cousin Rosamund.
I libri della trilogia sulle sorelle Aubrey sono stati pubblicati in italiano sia separatamente che in un unico libro da case editrici diverse; in una illuminante recensione, Eleonora Marangoni li mette a confronto con la saga di Piccole donne di Louisa May Alcott. Sull’etichetta di femminista, che la critica le aveva attribuito, Rebecca West ha scritto: « mi definiscono femminista tutte le volte che esprimo sentimenti che mi differenziano da uno zerbino o da una prostituta ».

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