25 Settembre 2020
ALDRO VIVE
presentazione del libro di Daniele Vecchi a 15 anni dall’uccisione di Federico
Tempo di lettura: 3 minuti
Ti hanno ucciso ragazzo,
qualcuno pensò con violenza, di ritenerti pazzo,
la cattiveria, il sopruso, l’ingiustizia, di accusare te stesso,
per la tua sorte.
L’omertà, il buio, l’apatia,
con cui una città stava per mandarti via.
Forza del cuore, animo d’acciaio,
della tua famiglia, che contro tutti,
voleva rendere giustizia alle tue cinquantaquattro ferite.
Giovani ultras, vecchi e bambini, marciano insieme,
contro il pregiudizio, il comune pensiero,
che per essere vivi occorre avere una patente,
dove ci sia scritto: io sono come voi.
Grazie a quella parte della mia città,
libera, nel pensiero e nell’animo
e non schiava della quotidiana imbecillità.
(Pubblicato su “I pensieri del comandante”, freccia d’oro edizioni)
Non c’è un tempo massimo dato alla memoria nello scorrere della vita, oggi sono 15 anni che Federico Aldrovandi è stato ucciso, domani sera (sabato 26 settembre) un amico mio Daniele Vecchi (Pedro), presso il giardino del CIRCOLO BLACKSTAR in via Ravenna 104 a Ferrara, presenterà il suo libro
ALDRO VIVE nell’ambito di una serata in memoria di Federico Aldrovandi.
.
Andateci, partecipate se potete.
Ferrara la mia città, la città di Federico e della sua indomita famiglia mia ha reso per lungo tempo orgoglioso, come pure mi ha fatto vergognare.
Orgoglioso di chi da subito ha voluto combattere il pensiero comune di chi aveva già emesso una sentenza su un ragazzo di 18 anni morto di botte all’ingresso dell’ippodromo, la famiglia per prima, l’avvocato Anselmo e i ragazzi della curva Ovest. La bandiera di Aldro ha cominciato
a sventolare ben prima di essere stampata e divenire l’ emblema di una curva diversa, sui
gradoni di un piccolo stadio di provincia.
Per quindici anni, in tutte le categorie gli Ultras della S.P.A.L., della mia S.P.A.L., hanno chiesto giustizia per la morte di un ragazzo.
Federico, ragazzo per sempre, schiacciato, compresso, massacrato con cinquantaquattro (54) lesioni sul corpo, le cui grida si sentivano a centinaia di metri di distanza, ma che rimbalzarono nel silenzio e nell’ipocrisia delle finestre chiuse.
Non è una storia passata, non passerà mai, nessuno mai dica: “ancora con ‘sta storia”, la vita e soprattutto la morte non possono essere annoverate nei fatti di cronaca. Dicevo orgoglioso, ma pieno di vergogna per una parte della mia città che ancora oggi, dopo quindici anni, senza mai avere letto un atto dei processi, senza mai avere avuto l’umiltà di leggere e informarsi, senza mai avere partecipato a un dibattito alla presenza di Lino e Patrizia, continua imperterrita con una durezza d’animo senza pari ad aggiungere dei se e dei ma. Nessun giudizio preconcetto potrà mai lavare il sangue di quella notte sul selciato della addormentata e sonnacchiosa Ferrara.
Alle 6.04 del 25 settembre 2005, smise di battere il cuore di un ragazzo e di tutta la sua famiglia, a causa della violenza scura, cupa e senza motivo di quattro rappresentanti dello Stato. Non si può avere paura di un uomo o una donna in divisa. Ma da quel giorno forse la paura si è annidata in ognuno di noi.“
Non puoi temere se ti comporti bene
Quale metro di giudizio ci permette di dividere il bene dal male? Forse il codice penale? Bene, anzi no, Federico a subito la pena di morte senza avere compiuto nessun reato. Con queste poche e confuse parole vorrei ringraziare chi continua a sventolare la bandiera di Aldro, negli stadi, nelle aule di tribunale, nelle piazze, nelle istituzioni, sui giornale e sui libri. Nessuno mai dimentichi. Nessuno mai giudichi senza nessuna cognizione di causa.
Eliminate i vostri pregiudizi, leggete gli atti e le sentenze.
Portate avanti, come noi, la memoria di un ragazzo morto di botte, nell’umidità di una mattina autunnale, mentre un telefono imperterrito continuava a squillare, nelle lacrime di una immane ingiustizia. Ovunque tu sarai, un coro sentirai e Aldro vive con noi.
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Cristiano Mazzoni
Cristiano Mazzoni è nato in una borgata di Ferrara, nell’autunno caldo del 1969. Ha scritto qualche libro ma non è scrittore, compone parole in colonna ma non è poeta, collabora con alcune testate ma non è giornalista. E’ impiegato metalmeccanico e tifoso della Spal.
Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it