Aldo Modonesi ha incontrato le rappresentanze sindacali di Bper
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Da: Aldo Modonesi, candidato sindaco di Ferrara
“Ferrara sa risparmiare ma serve una nuova cultura del credito. Le scelte del gruppo tutelino i lavoratori e la città”
Nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 13 marzo, ho incontrato le rappresentanze sindacali dei dipendenti Bper della città.
Ho assicurato, oggi e in futuro, il mio impegno a vigilare affinché la situazione occupazionale del gruppo bancario nel territorio ferrarese sia salvaguardata.
L’azienda continua a espandersi con l’imminente acquisizione di Unipol banca. Non è mia intenzione invadere il campo di un privato, ma il piano industriale della banca non può prescindere dalle garanzie ai lavoratori, così come ai clienti. Ferrara deve mantenere un’importante funzione direzionale nel gruppo, lo sviluppo sul territorio non può sostanziarsi solo nella chiusura di filiali. Ora che sarà necessaria una nuova riorganizzazione delle stesse auspico la maggior tutela possibile per i lavoratori e le lavoratrici di Bper. Non possiamo poi dimenticare il sacrificio che venne richiesto a molti dei dipendenti ex Carife.
Al nostro territorio Bper deve una particolare attenzione. Ha beneficiato della crisi di Carife ma siamo ben consapevoli che la nostra non sia affatto una città povera. Ferrara sa risparmiare – lo dico anche in previsione dell’incontro che ho in agenda per il pomeriggio di oggi 14 marzo con gli Azzerati Carife – ma fa molta più fatica a investire.
Il radicamento della più grande banca del territorio passa anche dal rinnovamento della locale cultura del credito. Servono azioni di concerto tra le banche, gli imprenditori e le associazioni di categoria per sviluppare una efficace e condivisa cultura del credito e allo stesso tempo un linguaggio comune tra tutti questi attori. Solo così, insieme e con il supporto del Comune che mi candido a guidare come sindaco, è possibile garantire lo sviluppo e il rilancio dell’economia ferrarese.

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Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani