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Da: Ufficio Stampa

“Un welfare più giusto, che non lasci indietro nessuno, che garantisca i servizi ad anziani e disabili e a tutte le famiglie che ne hanno davvero bisogno. E’ questo che vogliamo per Ferrara. Vogliamo riportare al centro dell’attenzione i bisogni dei cittadini con regole chiare e valide per tutti, senza discriminazioni, partendo dai principi di equità sociale che i nostri padri, con lotte e sacrifici, hanno ottenuto e che ci hanno consegnato. I servizi, a partire dalle case popolari, devono essere garantiti, prima di tutto, a chi ha contribuito a crearli e i cittadini storici devono essere tutelati. E’ questo il vero modo per fare integrazione e per garantire la coesione sociale. A contrario la giunta uscente, ha creato divisioni, assegnando, per esempio, nell’ultimo anno, quasi il 50% delle case popolari, a cittadini immigrati, che a Ferrara sono poco più del 10% della popolazione. La sproporzione è evidente e va sanata. Come? Basta introdurre la norma della residenzialità storica che assegna un punteggio crescente in base agli anni di residenza nel Comune, per chi fa richiesta di alloggio pubblico. E’ un principio semplice, che vale per tutti e che tutela non solo i ferraresi, ma anche gli immigrati che da più tempo vivono e lavorano in città”.

Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra, interviene sulla questione dei servizi e degli alloggi popolari annunciando misure che a livello comunale verranno applicate, se i cittadini sceglieranno di eleggerlo primo cittadino, per garantire un welfare inclusivo.

“Si tratta di garantire equità sociale a tutti i cittadini e noi lo faremo senza discriminazioni, applicando ai servizi regole chiare e valide per tutti che non trascurino chi da più tempo vive a Ferrara”, spiega Fabbri. “Per quanto riguarda gli alloggi popolari, per esempio, il principio della residenzialità storica, vale per tutti, italiani e stranieri e punta a garantire i servizi a chi ha permesso di crearli, lavorando e versando le tasse sul nostro territorio: le case popolari devono tornare agli anziani in difficoltà, alle famiglie ferraresi che ne hanno bisogno, e a chi da più anni risiede in città e da più tempo, magari, attende un aiuto”.

In Regione “come capogruppo della Lega ho portato avanti la stessa battaglia: la Regione Emilia Romagna ha riconosciuto la bontà del principio e ha introdotto il limite dei tre anni di residenza sul territorio (noi ne avevamo chiesti cinque) per poter accedere all’assegnazione degli alloggi Erp”, aggiunge Fabbri. “E’ stato un primo importante risultato che, però, non basta a sanare le disuguaglianze”. Se i cittadini ci daranno la loro fiducia e “saremo alla guida di Ferrara, a chi farà domanda di alloggio popolare verrà assegnato un punteggio crescente in base al numero di anni di residenza, favorendo e garantendo i diritti prima di tutto a chi da più tempo risiede sul territorio”.

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