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Alan Fabbri: “Pubblicità: imposte più basse e procedure semplici per rilanciare il commercio e il centro”

Articolo pubblicato il 27 Marzo 2019, Scritto da Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Elettorale Lega Nord
“Le imposte sulla pubblicità sono un balzello assurdo e pesante in tempi di crisi per i piccoli negozi. Se sarò sindaco già nei primi 100 giorni prenderò in mano la questione per ridurre al minimo le tariffe e semplificare le procedure. Farlo è possibile: si può modificare il regolamento comunale e si possono rivedere i termini della concessione con cui il Pd ferrarese ha esternalizzato l’accertamento e la riscossione delle imposte. L’obiettivo di tutti deve essere il rilancio degli esercizi commerciali, di ristorazione e servizi del centro storico e della periferia. Per farlo, dobbiamo partire dalle cose concrete”.
Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra, interviene sul tema dell’imposta comunale per la pubblicità annunciando modifiche.
“In un momento di crisi economica è assurdo continuare ad imporre a chi lavora e tiene viva la città, dai quartieri al centro storico, costi e spese evitabili” spiega il candidato. “I commercianti e i pubblici esercizi devono poter promuovere al meglio attività e servizi senza oneri eccessivi e senza dover affrontare insulse trafile burocratiche per appendere un’insegna, una tenda o una targa fuori dal proprio negozio”. Oggi a Ferrara l’Imposta Comunale per la Pubblicità è disciplinata da un Regolamento del marzo 2007 e, nello stesso anno, il Comune ha esternalizzato il servizio affidando al concessionario ICA la riscossione e l’accertamento dell’imposta.
“Ora le cose devono cambiare: al centro dell’attenzione deve tornare chi con il proprio lavoro quotidiano fa crescere Ferrara e la rende viva e a misura d’uomo”, spiega Fabbri. “Nei primi 100 giorni di mandato proporrò al consiglio comunale di modificare il regolamento per ridurre le tariffe dell’imposta comunale sulla pubblicità dei negozi, portandole al limite minimo sostenibile o addirittura azzerandole, e coinvolgerò Ica in una revisione delcontenuto del contratto di concessione, che va rimodulato in modo da favorire al massimo lo sviluppo economico e commerciale della città”, spiega Fabbri. “Per la nostra giunta sarà un obiettivo primario e per raggiungerlo valuteremo anche la possibilità di tornare ad una gestione diretta, se dovesse risultare conveniente in termini economici e di risultato”.
“Chi con il proprio lavoro mantiene vivo il cuore pulsante di Ferrara e valorizza le periferie, garantendo servizi e attività, va sostenuto con uno sgravio dei costi e non spremuto con balzelli insulsi e iter burocratici complessi”, aggiunge “per questo metteremo mano anche alle procedure per il rilascio e le autorizzazioni per le insegne, oggi troppo pesanti”.
“Le nostre parole d’ordine sono semplificazione e rilancio e vogliamo partire dalle cose concrete”, spiega ancora Fabbri. “Per le coperture necessarie a compensare le minori entrate le possibilità di manovra ci sono: potremmo pensare a rinegoziare per esempio il contratto di servizi di Hera che vale ogni anno più di 30 milioni di euro”, conclude il candidato.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani