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Da Lega Nord

“Prima Papa Bergoglio, poi la Cei e ora anche il vescovo di Ferrara: è inaccettabile l’ingerenza che la Chiesa tenta di esercitare sulla politica italiana, quando si parla di Ius soli. Con lo stop alla cittadinanza facile, per una volta, nel nostro Paese, ha vinto un concetto identitario dello Stato. A soccombere è stata quella visione terzomondista che ha aperto le porte all’invasione e che non può, e non deve, appartenere alle istituzioni. Ora, il principio di laicità, venga rispettato”.

Così Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord in Regione, interviene dopo le parole dell’arcivescovo di Ferrara, Gian Carlo Perego, che in un’intervista si è detto “deluso” dal rinvio della discussione sullo Ius Soli, annunciata dal presidente del consiglio Gentiloni.

“Lo stop a questa legge completamente sbagliata è una grande vittoria della Lega Nord”, continua Fabbri. “Il governo è stato costretto a fare marcia indietro perché al voto si sarebbe trovato, ancora una volta, senza maggioranza. Si tratta dell’ennesima conferma dell’urgenza di andare ad elezioni per dare all’Italia un governo eletto e pronto ad affrontare tutte le emergenze che realmente toccano i cittadini, compresa una gestione seria dell’immigrazione”. Lo Ius Soli, invece, “non è una priorità” e monsignor Perego, che fino a poche settimane fa era, tra l’altro, direttore della Fondazione Migrantes “dovrebbe sapere bene che già oggi, grazie alle norme vigenti, i figli degli immigrati regolari possono acquisire la cittadinanza e che, solo nel 2016, ben 70.000 giovani sono diventati cittadini italiani, al compimento della maggiore età”, conclude il capogruppo.

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