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Da Lega Nord

“Il primo passo verso l’autonomia è semplificare l’iter per indire il referendum. La Lega apre la strada alla partecipazione e punta ad un vero federalismo fiscale per l’Emilia Romagna”.

Così Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna annuncia la scelta, da parte della Commissione Bilancio del testo base, elaborato dal gruppo consiliare, per avviare l’iter di modifica dello Statuto regionale dove, all’articolo 21, stabilisce le modalità di indizione della consultazione referendaria.

“Per primi abbiamo proposto che, anche in Emilia Romagna, divenga possibile indire una consultazione referendaria con il semplice voto favorevole dell’Assemblea Legislativa, come avviene in altre regioni d’Italia”. Secondo le norme attuali, nel nostro territorio, il referendum consultivo può essere indetto se richiesto almeno da ottantamila residenti nei Comuni della nostra regione, dieci consigli comunali che rappresentino almeno un quinto degli abitanti della Regione o quattro consigli provinciali. Mentre l’Assemblea Legislativa si limita ad intervenire in un secondo momento recependo l’esito del voto. “Noi chiediamo invece che l’Assemblea abbia il potere di indire un referendum in modo autonomo, come scelta politica, qualora ritenga di dover consultare su un tema regionale i cittadini, esattamente come accade in Veneto dove il referendum può essere deliberato dal Consiglio regionale””, prosegue Fabbri. “La stessa giunta ha sempre sostenuto di voler rafforzare la partecipazione alla politica e ora la nostra proposta offre la possibilità concreta di farlo”.

L’Emilia Romagna affronterà a breve il passaggio politico sull’autonomia regionale e “Bonaccini ha già annunciato la sua linea: chiedere poche deleghe, ottenere di conseguenza poche risorse e svuotare di senso la possibilità offerta dall’articolo 116 e seguenti della Costituzione di mantenere sul territorio le tasse versate dai cittadini”, prosegue il capogruppo. “La Lega Nord vuole invece un’autonomia vera, con tutte le competenze previste dalla Carta costituzionale, unico modo per interrompere il flusso di tasse a fondo perduto verso Roma (17,80 miliardi nel 2015)”, conclude Fabbri. “La decisione deve passare attraverso una consultazione popolare, come accadrà il prossimo 22 ottobre in Veneto e Lombardia e qualora la proposta della Lega di modifica dello Statuto diventasse legge l’Assemblea Legislativa potrebbe indire un referendum suol tema nei tempi giusti”.

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