Alan Fabbri (Ln): “Mafia nigeriana: serve una mappatura del fenomeno”
Da Lega Nord
“La mafia nigeriana agisce in Emilia Romagna e sta diventando sempre più offensiva: alla Regione spetta il compito di mappare il fenomeno. E’ necessario sapere con precisione luoghi e modalità d’azione di questa pericolosa malavita organizzata da immigrati, che utilizza associazioni etniche e agenzie di money transfert come copertura per traffici di droga e prostituzione”.
Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Emilia Romagna, interviene sul tema delle organizzazioni criminali nigeriane, già segnalata da anni sul territorio regionale, e che ora sembrano registrare una recrudescenza violenta.
A dirlo è l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano che nell’ultimo rapporto, pubblicato lo scorso maggio, parla di organizzazioni attive in Emilia Romagna che “operano in diversi settori, dal traffico di sostanze stupefacenti alla ricettazione, fino alla tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione”, insediate soprattutto nei territori di “Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ravenna e Rimini, ma in espansione anche nelle altre provincie” che “hanno la capacità di mascherare il proprio ruolo”, contano su “un elevato livello di conoscenza delle leggi italiane” e utilizzano finti centri culturali e negozi etnici di vario genere “come copertura rispetto alle attività illegali” e di riciclaggio.
“E’ evidente l’urgenza di portare a galla le caratteristiche e la dislocazione di un fenomeno che appare sempre più invasivo”, spiega Fabbri “anche perché negli ultimi mesi, si sono verificati episodi riconducibili all’attività di questo tipo di bande criminali”.
A Ferrara, per esempio, di organizzazioni criminali nigeriane ha parlato il prefetto Michele Tortora, a Parma all’indomani della retata dello scorso 22 agosto le stesse forze dell’ordine ne hanno rilevato la presenza, mentre sull’attività delle bande a Reggio Emilia, dopo la maxi rissa del settembre 2016, è stato scritto addirittura un libro (La mano nera sulla città, di Roberto Mirabile).
“Più volte in relazione al fenomeno delle mafie italiane la Regione Emilia Romagna ha compartecipato a progetti di ricerca, approfondimento e divulgazione”, aggiunge Fabbri “E’ giunto il momento di fare la stessa cosa con questa realtà che coinvolge peraltro esclusivamente cittadini immigrati e richiedenti asilo, a cui, pagando di tasca nostra, offriamo accoglienza, welfare e servizi”. Proprio recentemente la Regione ha annunciato di aver destinato quasi un milione di euro di contributi a enti pubblici per la realizzazione di iniziative e progetti per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso. “Presenteremo sul tema una interrogazione per chiedere che, anche utilizzando una parte di questi fondi, sia avviato un approfondito percorso di conoscenza sul fenomeno”. Percorso che dovrà prevedere anche “aspetti divulgativi per offrire ai cittadini strumenti di conoscenza anche riguardo le interrelazioni tra questo tipo di malavita e la presenza in Italia di migranti e richiedenti asilo”.

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)