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Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“Contributo dimissioni difficili, non lasciamo sole le famiglie: è necessario fare subito chiarezza su un servizio tanto importante e attivare tutti i mezzi possibili per garantire il contributo”.

Con una interrogazione depositata questa mattina il capogruppo Lega Nord in Regione, Alan Fabbri, è intervenuto sulla questione del contributo alle dimissioni difficili garantito per il primo mese di permanenza in struttura, fino al 31 ottobre scorso.

”Fino al 31 ottobre 2018 al paziente era garantito un periodo di un mese in permanenza in RSA o in casa protetta a tariffa agevolata, con la prospettiva di poter poi avere accesso al contributo regionale di sollievo per l’azzeramento o la riduzione temporanea della retta”, scrive Fabbri. A quanto risulta “dallo scorso 1 novembre, invece, a Ferrara l’agevolazione non è più stata concessa”, fatto che “ha messo in difficoltà diverse famiglie ferraresi”.

L’ASL di Ferrara “avrebbe imputato la sospensione del contributo all’esaurimento dei fondi in alcuni distretti sanitari”, aggiunge Fabbri ricordando che “il Fondo Nazionale per la non autosufficienza serve per sostenere economicamente i disabili e i malati gravi e viene stanziato da Stato e Regioni includendo diversi trattamenti sanitari” e che, a livello nazionale “è stato incrementato nei giorni scorsi con 100 milioni di euro aggiuntivi e strutturali, a partire dal 2019, per cui esso può contare su 550 milioni di euro complessivi di stanziamenti”.

A questo punto è necessario “dare risposte chiare alle famiglie che non possono essere lasciate sole in questo difficile frangente”. Per questo Fabbri ha depositato una interrogazione chiedendo di sapere “quali sono le ragioni della sospensione del contributo regionale”, quali iniziative urgenti “intende adottare la Regione per far fronte alle difficoltà delle famiglie ferraresi con anziani non autosufficienti” e “se, e con quali tempistiche il fondo sarà di nuovo erogato”.

Inoltre il consigliere ha chiesto chiarimenti anche sulle modalità di segnalazione delle difficoltà di dimissione, per le quali, a quanto risulta le strutture sanitarie non accetterebbero più, da qualche tempo, il telegramma, come invece accadeva in passato.

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