Alan Fabbri (Ln): “Bonaccini vuole un’autonomia annacquata. Poche risorse al territorio, ma piu’ vaccini”
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Da Lega Nord
“Poche deleghe e poca chiarezza sulle risorse. L’autonomia che il Pd vuole per l’Emilia Romagna è una versione annacquata di quella che otterranno Veneto e Lombardia. E così sarà impossibile riportare a casa i 17 miliardi che ogni anno i nostri cittadini versano in tasse, a fondo perduto”.
Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna boccia il documento di indirizzo approvato dalla giunta della Regione per l’avvio del percorso verso l’autonomia regionale.
“Se chiedessimo al governo la funzione della Protezione civile, potremmo garantire risorse immediate agli agricoltori in caso di calamità naturali, se ottenessimo di gestire direttamente le infrastrutture viarie potremmo arrivare ad avere strade belle come in Trentino, mentre aggiudicandoci la competenza sul settore scuola, il problema delle supplenze potrebbe essere eliminato con l’assunzione diretta degli insegnanti”. Queste sono possibilità che l’articolo 116, e seguenti, della Costituzione italiana offrono a tutte le Regioni e sulle quali Veneto e Lombardia avvieranno la trattativa con il governo.
“In Emilia Romagna, invece il Pd vende fumo”, prosegue il capogruppo “Bonaccini prevede di chiedere a Roma il trasferimento di soltanto quattro funzioni: tutela del lavoro, internazionalizzazione delle imprese, tutela della salute e ambiente, con un vago accenno alle infrastrutture. Temi importanti, ma parziali per i quali la giunta non chiarisce fino in fondo quali saranno i corrispettivi economici e che, in realtà, si potrebbero ottenere senza scomodare l’articolo 116, ma con semplici deleghe o addirittura a legislazione vigente”.
Tra le richieste che l’Emilia Romagna si appresta a fare, c’è anche quella di poter aumentare il numero delle vaccinazioni obbligatorie rispetto a quelle già previste dal sistema sanitario nazionale: “Una richiesta dettata da una logica dirigista su un tema tanto sentito, l’esatto opposto di quello che ha fatto il Veneto che ha impugnato il decreto legge che le prevede”, spiega Fabbri.
E’ la solita strategia: “Il Pd è in difficoltà e cerca di appropriarsi dei temi politici della Lega Nord svuotandoli di significato. Il progetto di Bonaccini è una versione annacquata della delibera approvata dal Veneto (dove sono già stati completati i passaggi politici) ed è chiaro che con le poche richieste avanzate dal governatore sarà impossibile sanare il residuo fiscale positivo da 17,80 miliardi (dato Cgia Mestre 2015) che pesa sui cittadini dell’Emilia Romagna, per più di 4000 euro a testa” (denaro versato Roma che non torna sul territorio in servizi).
“L’autonomia, che rilancia l’economia, prevista dalla Costituzione, è ben altra cosa”, prosegue Fabbri.
In previsione di un dibattito politico sull’argomento, che dovrebbe coinvolgere anche i cittadini, la Lega Nord ha depositato un progetto di legge (su cui martedì prossimo si avvierà l’iter legislativo) per cambiare lo statuto regionale in relazione allo svolgimento del referendum. “Chiediamo che la consultazione popolare si possa ottenere anche attraverso una decisione della giunta e un passaggio in Assemblea legislativa, eliminando annosi passaggi burocratici per l’avvio dell’iter referendario”, spiega ancora Fabbri. “Il nostro scopo è allinearci a Veneto e Lombardia nel percorso verso l’autonomia portando anche gli emiliano romagnoli al voto, magari proprio il prossimo 22 ottobre. Vedremo chi tra le forze politiche sosterrà davvero, ora che c’è la possibilità concreta di farlo, questa apertura alla partecipazione diretta dei cittadini”.
Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna
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