Alan Fabbri (ln): all’autonomia per l’Emilia Romagna: da Bonaccini trovata tardiva
Da Lega Nord
“Con la sua trovata tardiva e frettolosa Bonaccini tenta di fare da spalla al governo sulla questione autonomia fingendo di percorrere la stessa strada di Veneto e Lombardia, ma senza in realtà dire nulla di nuovo”.
Così Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna accoglie le dichiarazioni rilasciate dal governatore Stefano Bonaccini all’Ansa, sulla volontà di aprire con il governo una trattativa per l’applicazione dell’articolo 116 della Costituzione.
“Ricordiamo al distratto governatore che la possibilità di aprire un tavolo di trattativa sulle competenze e sulla fiscalità da portare a casa esiste dal 2001”, rimarca Fabbri “e sostenere di volersi sedere oggi attorno ad un tavolo con il governo per discuterne significa soltanto voler buttare fumo negli occhi ai cittadini”.
Il capogruppo inoltre fa notare che “non è possibile fidarsi di chi non dimostra la minima coerenza: fino al 4 dicembre scorso Bonaccini ha fatto campagna per sostenere il sì ad un referendum che voleva togliere competenze alle Regioni e, ora, imporvvisamente si scopre filo autonomista”.
Inoltre “il governo da cui Bonaccini vorrebbe presentarsi con il cappello in mano per chiedere qualcosa che già spetta ad ogni Regione per Costituzione è lo stesso che ha tentato di bloccare il percorso di autonomia di Veneto e Lombardia facendo ricorso (e poi perdendolo) contro il dispositivo referendario”. Accodarsi ad un percorso già avviato, scendendo a patti con lo Stato centralista “è grave sgarbo istituzionale nei confronti delle due Regioni traino del Paese”. “Se davvero Bonaccini vuole andare avanti dichiari subito le sue intenzioni: può ottenere dalla trattativa 19 competenze più 22”, aggiunge Fabbri. “Noi presentermo una risoluzione per impegnare la giunta a lavorare proprio in questa direzione e solo se il governatore porterà a casa questo risultato dimostrerà di aver fatto sul serio. Altrimenti si sarà trattato della solita pantomima politica della sinistra”.
E conclude “Questo è il momento giusto per decidere da che parte stare: se da quella dei territori che, da sempre, sono a traino dell’economia italiana o da quella di uno Stato centrale, che si mette in tasca il frutto delle nostre fatiche e poi elargisce solo le briciole”.

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)