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Da Lega Nord Emilia Romagna

“Franceschini porta in dono ai ferraresi un pacco vuoto: bene l’aumento del Fondo per i risparmiatori, ma il Pd non è credibile. Le cifre sono ancora insufficienti e le norme per l’accesso restano da scrivere. L’unica garanzia è coinvolgere le associazioni dei cittadini”.

Così Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna commenta le dichiarazioni del ministro Dario Franceschini sul raddoppio del Fondo ministeriale per i risparmiatori che passerà da 50 milioni di euro in due anni a 100 milioni in quattro anni.

“Dopo anni di assordante silenzio sulla sorte dei risparmiatori e in particolare degli azionisti, è alla vigilia della campagna elettorale che Franceschini scopre il dovere morale verso chi ha perso tutto”, aggiunge Fabbri.

“Proprio lui che per tutti questi anni, anche sollecitato, non ha mai preso posizione in favore delle famiglie travolte dal crac di una banca che ben conosceva, ora ci tiene a mettere la faccia sul provvedimento” e da Roma “annuncia il raddoppio del fondo come fosse un regalo di Natale elargito dal Pd in chiusura di mandato”. Ma “si tratta in realtà di un tentativo di raccogliere consensi da parte di un ministro che ha fatto parte, fin da principio, del governo che ha ratificato il fallimento di Carife e che ha messo le mani in tasca ai cittadini anticipando il bail in”, spiega il capogruppo.

“Ben venga ovviamente il raddoppio del fondo, ma non lasciamoci trarre in inganno: si tratta comunque di cifre irrisorie ancora lontanissime dall’essere sufficienti a risarcire tutti gli italiani danneggiati da crac bancari”, aggiunge Fabbri. “Inoltre la partita sulle norme per l’accesso ai risarcimenti è ancora aperta. I paletti potrebbero essere strettissimi ed è necessario vigilare affinchè il governo non renda con un escamotage inutilizzabile il Fondo di cui ora si fa vanto”.

Altro tema sul tavolo è la competenza per la gestione del Fondo stesso che il Pd vorrebbe affidare all’Anac e che invece le associazioni dei consumatori vorrebbero agganciare all’Acf (Arbitrato per le controversie finanziarie nato nel gennaio 2017): “La scelta di un ente specializzato e nato appositamente per la gestione delle questioni bancarie è certamente preferibile”, spiega Fabbri “ma la cosa fondamentale è comunque che al tavolo in cui si scriveranno le norme siedano, insieme ai tecnici, le associazioni dei risparmiatori, in rappresentanza degli interessi di chi è stato offeso dalle scelte scellerate compiute da questo governo”.

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