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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La Giunta approva la delibera sui criteri per la razionalizzazione delle partecipazioni societarie regionali. Entro 6 mesi la riorganizzazione delle società in house. Petitti: “Un importante snodo nel percorso di riordino e riassetto dell’organizzazione regionale”

Bologna – Sei mesi per definire il riordino delle società partecipate in house e poi un anno per il riordino complessivo di tutte le partecipazioni della Regione Emilia-Romagna. E’ il tempo previsto dalla delibera approvata dalla Giunta regionale per definire e attuare il piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate, secondo quanto previsto dalla legge di stabilità del 2015.
“Il provvedimento rappresenta un importante snodo nel percorso di riordino e riassetto dell’organizzazione regionale – sottolinea l’assessore al Bilancio e riordino istituzionale Emma Petitti – che la Giunta ha inserito come punto qualificante nel suo programma di mandato. Dopo aver approvato il bilancio e aver avviato il processo legislativo di riordino territoriale, ora possiamo portare a compimento anche il lavoro di analisi sulla situazione delle partecipate e procedere alla loro ulteriore razionalizzazione per adeguarci alle nuove norme e realizzare ulteriori risparmi e semplificazioni garantendo qualità, efficienza, efficacia ed economicità”.
Nel dettaglio, la delibera prevede un percorso di 6 mesi per il riordino innanzitutto delle 7 società in house (quelle in cui, cioè, la Regione detiene il controllo o una partecipazione rilevante nel capitale sociale): Apt servizi, Aster, Cup 2000, Ervet, Fer, Finanziaria Bologna metropolitana e Lepida.
Per quanto riguarda le altre partecipazioni, il riordino complessivo sarà attuato entro il mese di marzo 2016.
Principi fondamentali per il riordino
L’analisi dell’assetto delle proprie partecipazioni già condotto dalla Regione ha consentito di valutarle “di interesse generale e strettamente indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali” ed in quanto tali non soggette all’obbligo di dismissione previsto dalla legge nazionale.
Alla luce di ciò con la delibera viene avviato un nuovo lavoro di analisi sulla base dei criteri fissati dalla legge di stabilità 2015 e tenendo conto delle nuove linee contenute nel disegno di legge delega di riforma della Pa (cosiddetto ddl “Madia”) in fase di approvazione parlamentare.
Il riordino sarà definito sulla base di una serie di principi fondamentali: la strategicità e coerenza delle società rispetto alle finalità istituzionali della Regione e al supporto delle politiche regionali per il territorio, anche in funzione di un’eventuale loro dismissione; il superamento di duplicazioni e sovrapposizioni, anche tramite operazioni di aggregazione fra società o internalizzazione di funzioni o servizi; il contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante la gestione congiunta fra società di attività amministrative standard; l’applicazione degli stessi criteri fissati dall’amministrazione regionale per quanto riguarda acquisti e personale; l’attenzione all’attrattività per gli investimenti, allo sviluppo economico del territorio dell’Emilia-Romagna, della ricerca, dell’innovazione e dell’Ict.

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