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Il Conservatorio è un luogo magico, credo per tutti, amanti o profani della musica. Percorrendone i corridoi ci si affaccia su di un mondo d’arte fatto di scale musicali, arpeggi, assoli di violino o pianoforte, arrangiamenti jazz o gli acuti di una voce soprano. E’ in questa atmosfera di note musicali che si spargono nell’aria che, questa mattina, si è svolta, nell’aula 12 del Conservatorio ‘Girolamo Frescobaldi’ di Ferrara la conferenza stampa di presentazione degli ‘Open days Jazz’, che si terranno il 9 e il 10 giugno presso Palazzo Crema, di proprietà della fondazione Carife, in via Cairoli.

Presenti alla conferenza stampa Fernando Scafati, direttore del Conservatorio di Ferrara, Roberto Manuzzi, responsabile del dipartimento Jazz, nuove tecnologie e linguaggi musicali del Conservatorio), Francesca Tamascelli, responsabile per Ferrara della cooperativa DOC Servizi e organizzatrice della tavola rotonda di sabato, Francesco Colaiacovo, presidente del Conservatorio, e Linda Dolcetti della Cgil di Ferrara. Una ‘due giorni’ per far conoscere il lavoro compiuto durante questo anno scolastico nel dipartimento Jazz del Conservatorio Frescobaldi. L’esibizione degli studenti, quasi un centinaio, che avrà luogo venerdì 9 e sabato 10 giugno nell’esclusiva cornice del Palazzo Crema, oltre che come saggio di bravura a favore del pubblico presente varrà anche come prova d’esame.

Gli Open Days si apriranno venerdì con un dibattito dal titolo ‘Ma di mestiere cosa fai?’, organizzato da Francesca Tamascelli, responsabile di Doc Servizi di Ferrara, una cooperativa di professionisti dello spettacolo e della cultura, e al quale parteciperanno Fernando Scafati e Chiara Bertelli della Legacoop Estense, Roberta Ziosi, presidente del Teatro comunale di Ferrara, Alessandro Sbrogiò, della Doc servizi di Venezia, Chiara Chiappa, consulente del lavoro della Legacoop Culturmedia e Cristiano Zagatti, segretario provinciale della Cgil di Ferrara.

“Si è scelto questo titolo provocatorio- spiega Francesca Tamascelli– perchè rispecchia la realtà. Sarà l’occasione per lanciare un messaggio di legalità ai giovani artisti di modo che sappiano valorizzare al meglio il proprio lavoro”. “Tempo fa -dice il professor Manuzzi, due importanti politici dissero che ‘con la cultura non si mangia’. Uno era un nostro parlamentare, altro era Goebbles, che era solito dire ‘quando sento parlare di cultura metto mano alla pistola’. Ci sono artisti di fama internazionale che si sentono chiedere quale sia il loro vero lavoro, figuriamoci quale sia la realtà per le giovani generazioni in tempi così difficili. Nel Nord Europa, un neo laureto al conservatorio, così come ogni laureato, percepisce un assegno di disoccupazione; noi abbiamo conservatori frequentati per il 30% da studenti stranieri, visto il loro grado di eccellenza, ma non siamo capaci di difendere i nostri artisti. La normativa è vetusta e risale all’epoca del fascismo, la Siae è un ente fuori dal tempo, il diritto all’esecuzione non è presente nella nostra normativa, ed è ciò che all’estero, permette di far campare gli artisti”.

“La musica dal vivo non finirà mai” afferma il direttore del Conservatorio Fernando Scafati e appuntamenti come gli Open Days Jazz ne sono la testimonianza.

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Simona Gautieri



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