Al lupo! Al lupo! Ma a far paura adesso è l’uomo
Chi ha paura del lupo italiano? Cattivo, brutto e mangiatore di bambini, il lupo delle fiabe è sempre stato la rappresentazione animale di ogni genere di male. Nella vita reale, invece, si torna a parlare della sua salvaguardia. Il lupo italiano è considerato una specie protetta dal 1971, anno in cui ha quasi rischiato l’estinzione. Ora, dopo 46 anni, si è tornato a parlare di abbattimento controllato per tutelare le attività agricole e l’allevamento.
Oggi, 2 febbraio, si discuterà infatti il Piano di Conservazione e Gestione del Lupo, preparato dal Ministero dell’Ambiente, un suo istituto di ricerca, dall’Ispra e da settanta consulenti esperti, già approvato in sede tecnica durante la Conferenza Stato-Regioni del 24 gennaio.
Il Piano è composto da 22 misure, che toccano punti come l’inserimento di recinti elettrificati, rimborsi per gli allevatori, la lotta agli incroci tra cani e lupi, le campagne di informazione sui sistemi di prevenzione naturali e la gestione dei pascoli.
A scuotere gli animi di chi ha a cuore gli animali, della associazioni e di alcuni presidenti regionali è l’ultima misura considerata: l’abbattimento controllato fino al 5% della popolazione complessiva di lupi in Italia, nel caso che le misure precedenti non portino a risultati.
Il Wwf ha creato una petizione, che ha già raccolto le firme di 190 mila cittadini, lanciando un appello diretto ai venti presidenti di regione e invitandoli a votare no, sottolineando la mancanza di registri con dati precisi e attendibili sulla popolazione dei lupi italiani. Nel nostro Paese si contano dai 100 ai 150 esemplari sulle Alpi e tra i 1070 e i 2475 sull’Appennino. Sempre il Wwf ha stimato che ogni anno in Italia muoiono circa 300 lupi per atti illegali, uccisi a colpi d’arma da fuoco da bracconieri o allevatori, ma anche a causa di incidenti stradali.
Inoltre in tutta Italia diverse associazioni, tra cui l’Enpa, Legambiente, la Lav e la Lipu, hanno invitato i cittadini a manifestare contro questa decisione, sia attraverso i social network, con un piano di Mail Bombing diretto al Ministro dell’Ambiente Galletti e al Presidente del Consiglio Gentiloni, sia organizzando proteste su tutto il territorio.
Anche qui a Ferrara, ieri pomeriggio davanti al Duomo, si è tenuta la manifestazione “Giù le mani dal lupo”, a guidarla è stato il Movimento Etico per la Tutela di Animali e Ambiente, Meta, per sensibilizzare l’opinione pubblica. A presenziare i volontari, accompagnati dai loro amici a quattro zampe, fieri nipoti dei lupi, pronti a dare informazioni e a difendere i diritti dei lupi.
“Sono molto soddisfatta della manifestazione – dichiara Giada Benasciutti, dirigente provinciale Meta Ferrara – perché abbiamo raggiunto il nostro obiettivo: informare molti cittadini a riguardo della modifica del Piano di conservazione e tutti hanno mostrato interesse e hanno immediatamente firmato la petizione “Salva il Lupo” su charge.org. La modifica al piano non ha alcun valore perché mancano i dati su cui calcolare il 5% e, inoltre, se venisse ucciso un membro di importanza vitale in un branco, si potrebbe causare la morte di tutti i componenti. Il nostro dovere e quello di pensare alla salvaguardia della natura.”
Nel frattempo il governatore della regione Lazio ha dichiarato di essere contrario all’attuazione del Piano, insieme ai governatori della Puglia e dell’Abruzzo, seguiti da quelli della Liguria, del Piemonte e del Veneto.
A difesa del Piano invece il ministro Galletti, che ha dichiarato: “La conservazione del lupo è un tema troppo serio perché possa essere piegato al clamore mediatico o al populismo di qualcuno”.
Tanti gli hashtag usati per promuovere le azioni locali e nazionali sul web, come #sparaunNo, #SALVAiLUPI o #SOSLUPO.
A battersi per la difesa della sua specie anche uno dei lupi italiani più celebri, Lupo Alberto che, attraverso la mano del suo disegnatore Silver, alla possibilità di uccidere i suoi simili afferma: “Ma siamo matti?!”
Alcuni momenti della manifestazione di mercoledì pomeriggio. Foto di Valerio Pazzi

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Chiara Ricchiuti
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)