Il progresso che avanza, l’avvento della meccanizzazione agricola, l’acquisto del trattore, i debiti…
L’autore tratteggia simbolicamente il cambiamento sociale della campagna con l’immagine delle mucche, ormai inutili, che caricate sul camion lasciano la stalla, assieme ai vitellini, con un ultimo lamento.
Sono usati nel testo termini desueti ma efficaci.
(Ciarìn)
L’ùltim śmèrgul
Int la prima pòsta dla stala dal “Visdòm”,
la Biśa e la Biónda, cumè donn,
ll latàva i so fió, nat su la pàja
custudìda coη cura int la purdgàja.
Uη léch, na scuazà, fòrsi uη baśìn,
ill mustràva l’amór pr’i so biśìn.
Drit, impalà, col didulón int al gilè,
al marcànt al li squadra par da dré:
“Ill jè dó bèli bèsti, ma purtròp…
ill bèsti…
al dì d’iηquó ill jè sémpr ad tròp!”
Źanón al tira fòrt uη graη suspìr:
“Ill jè igl’ùltmi dó dal nòstar tir.
Ill val, ill val tant òr, tant quant ill péśa…!
S’aη fus parché eη fat na bèla spéśa..!”
Dó ciàcar fati avśìn al mandariòl
e ill bèsti ill jè vaηzà sól int ill fòl.
Al càmioη l’è rivà li vérs ill dó,
l’à cargà su ill màdar coi so fió.
Tra ill stargarlìη sćiaηźà dla spónda vécia
as intravdéva ‘l muś coη la murdécia.
Dal buś, ach jéra un po’ più iη su,
a spuntàva un oć négar e blu.
La Biśa la zarcàva l’aria fina…
l’udór dal fén e dl’erba dla pradìna,
ad védr iηcóra l’ombra di filàr,
la fadiga dal pió e dal carźàr…!
Cargà sul càmion e ligà cò pié
dla Bionda as a vdéva sól al dadré.
Coη la ruźa dal càmion è śvanì
l’ùltim śmèrgul struzà e argaì.
L’ultimo muggito (traduzione dell’autore)
Nella prima posta della stalla del “Vis Domini”, / la Bisa e la Bionda, come donne, / allattavano i loro figli, nati sulla paglia / custodita con cura nella porticaglia. / Una leccata, una scodinzolata, forse un bacino, / mostravano l’amore per i loro vitellini. / Dritto, impalato, col pollice infilato nel gilè, / il mercante le squadra dal di dietro: / “Sono due belle mucche, ma purtroppo… / le mucche… / al giorno d’oggi, sono sempre di troppo!” / Giovannone tira forte un gran sospiro: / “Sono le ultime due del nostro tiro. (1) / Valgono, valgono tanto oro quanto pesano…! / Se non fosse perché abbiamo fatto una grossa spesa!” / Due chiacchiere fatte vicino al mandriolo (2) / e le mucche sono rimaste solo nelle favole. / Il camion è arrivato verso le due, / ha caricato le madri con i loro figli. / Tra le stecche scheggiate della vecchia sponda, / s’intravvedeva il muso con la mordacchia. / Dal buco, che era un po’ più in su, / spuntava un occhio nero e blù. / La Biśa cercava l’aria fine… / l’odore del fieno e dell’erba del prato di casa, / di vedere ancora l’ombra dei filari, / la fatica dell’aratro e del carreggiare…! / Caricate sul camion e legate all’incontrario, / della Bionda si vedeva solo il posteriore. / Con il rumore del camion è svanito, / l’ultimo muggito strozzato e rauco.
(1) Traino di buoi. (2) Recinto per vitellini.
Tratto da:
Alessandro Corazza, Sbarlum dla ment : barlumi della mente, Portomaggiore, Edizioni Arstudio C, 2011
Alessandro Corazza (Portomaggiore 1932)
Insegnante nella scuola primaria e nella secondaria. Impegnato da sempre nel volontariato. Ha pubblicato poesie giocose in Palio in maschera (1994). Studioso del territorio ha dato alle stampe La persistenza della memoria : censimento dei monumenti, cippi, lapidi, targhe e vie di interesse storico nel comune di Portomaggiore (2011) oltre a Fra… cronaca, storia, situazioni, fantasia, passato, narrazione, avvenimenti, racconto, accadimenti, invenzione… del mio paese (2017).
Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia, esce ogni 15 giorni al venerdì mattina. Per leggere le puntate precedenti clicca (Qui)
In copertina: Azienda Concato – foto di Marco Chiarini, 2021
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