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TAGLIO DELL’88% DEFICIT IMPORT-EXPORT
COLDIRETTI: NO AD ACCORDI CHE LIBERALIZZANO PRODOTTI TAROCCHI

In 6 anni dal 2011 al 2017, la Regione Emilia Romagna ha tagliato il deficit agroalimentare dell’88 per cento, passando dai 1.161 milioni del 2011 ai 134 milioni del 2017. Lo sottolinea Coldiretti Emilia Romagna in occasione della presentazione del rapporto agroalimentare regionale. A contribuire a questo risultato commenta Coldiretti Emilia Romagna sono i prodotti tipici della dieta mediterranea dalla frutta fresca (490 milioni euro esportati, ai prodotti lattiero-caseari (790 milioni) alla pasta (730 milioni) e il vino (320 milioni).
“Lo sforzo del settore agroalimentare a recuperare il saldo commerciale negativo – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – è la conferma che la scelta di puntare sui prodotti del territorio, sulla loro qualità e distintività costituisce la leva per la crescita. Un sostegno fondamentale viene quindi dalla scelta di trasparenza con l’etichetta d’origine sui prodotti agroalimentari”.
Secondo il direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Marco Allaria Olivieri, “l’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti dell’agropirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che nulla hanno a che fare con la realtà nazionale. Un fenomeno purtroppo che si sta aggravando anche a causa di accordi internazionali, come quello firmato con il Canada e in via di trattative con i Paesi dell’America Latina (Mercosur) e con l’Australia, che danno il via libera all’uso di termini come Parmesan, Parmesao, Regianito, prosciutto di Parma, costituiscono dei veri e propri furti di identità, che rischiamo di mettere in crisi le nostre produzioni più tipiche”.

COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA – ufficio stampa

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