Nuovi dati sul debito, pubblico e privato, sono stati rilasciati dal Fondo Monetario Internazionale ad integrazione del precedente rapporto uscito nel maggio 2018.
I dati, elaborati su un campione di 190 Stati e che coprono il periodo dal 1950 fino al 2017, sono come sempre sorprendenti:
– Il debito globale ha raggiunto il massimo storico di 184 trilioni di dollari in termini nominali, l’equivalente del 225% del Pil nel 2017. In media, il debito mondiale supera ora gli 86.000 dollari pro capite, che è più di due volte e mezzo il reddito medio pro capite.
– Le economie più indebitate del mondo sono anche quelle più ricche in termini di Pil, ed infatti Stati Uniti, Cina e Giappone rappresentano oltre la metà del debito globale.
– Il debito del settore privato è triplicato dal 1950. Questo lo rende la forza trainante del debito globale. Un altro cambiamento dalla crisi finanziaria globale è stato l’aumento del debito privato nei mercati emergenti, guidati dalla Cina, che ha superato le economie avanzate. All’estremo opposto, il debito privato è rimasto molto basso nei paesi in via di sviluppo a basso reddito.
Il Fondo Monetario rileva anche che il debito pubblico globale ha subito un’inversione di tendenza. Dopo un calo costante fino alla metà degli anni ’70, il debito pubblico si è impennato trainato dalle economie avanzate, poi, di recente, si sono accodate le economie dei paesi emergenti e dei paesi in via di sviluppo a basso reddito. Di seguito l’infografica con i dati fino al 2016.
In merito ai dati elaborati per il 2017, il Fondo Monetario rileva segnali di diversa natura. Rispetto al picco precedente del 2009, il mondo è ora più indebitato di oltre 11 punti percentuali del Pil. Tuttavia, nel 2017 il rapporto debito/Pil è sceso di quasi l’1½% del Pil rispetto all’anno precedente. L’ultima volta che il mondo ha registrato un calo analogo è stato nel 2010, anche se di breve durata. Tuttavia, non è ancora chiaro se si tratta di una pausa in una tendenza ascendente altrimenti ininterrotta o se i paesi hanno iniziato un processo permanente di riduzione del debito, ma per avere risposte significative bisognerà attendere i dati del 2019.
Ritornando al 2017, i paesi sono stati divisi in tre gruppi in base al loro profilo di indebitamento e di seguito i risultati:
– Economie avanzate: c’è stata una riduzione dell’accumulo del debito tra le economie avanzate. Il debito privato, sebbene in lieve aumento, è ben al di sotto del suo picco. Inoltre, nel 2017 il debito pubblico nelle economie avanzate ha registrato un calo di quasi il 2½ per cento del Pil. Per trovare un’analoga riduzione del debito pubblico dobbiamo tornare indietro di un decennio, quando la crescita globale era di circa 1¾ punti percentuali superiore a quella attuale.
– Economie di mercato emergenti: questi paesi hanno continuato a contrarre prestiti nel 2017, anche se a un ritmo molto più lento. Un cambiamento importante si è verificato in Cina, dove il ritmo dell’accumulo del debito privato, sebbene ancora elevato, ha subito una significativa decelerazione.
– Paesi in via di sviluppo a basso reddito: si denota una costante crescita del debito.
La sintesi che viene fatta dagli economisti del Fondo è che la dinamica del debito globale cambia con il cambiare del mondo. I dati mostrano che gran parte del calo del rapporto debito/Pil è il risultato della diminuzione dell’incidenza delle economie avanzate nell’economia mondiale che ne avevano guidato la crescita fino al 2009-2010.
Nell’era post-crisi le condizioni finanziarie in molti paesi si sono inasprite, gli anni del credito facile potrebbero essere giunte al loro picco e le nuove condizioni, ad esempio l’aumento dei tassi d’interesse, renderanno per il futuro più difficile indebitarsi a condizioni così favorevoli. Questo potrebbe portare ad una riduzione generalizzata del debito globale.
Per gli aggiornamenti sul debito e sulle finanze pubbliche bisognerà attendere aprile 2019, data di uscita del prossimo Fiscal Monitor del Fondo Monetario Internazionale.
Fonte:
Fondo Monetario Internazionale
in copertina elaborazione grafica di Carlo Tassi
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Claudio Pisapia
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