Adriana Lorenzi e Elena Grandi ‘Presentazioni incrociate’
Tempo di lettura: 2 minuti
Da: Centro Documentazione Donna
Biblioteca del Centro Documentazione Donna
via Terranuova 12/b – Ferrara
sabato 28 gennaio 2017 ore 17
Adriana Lorenzi e Elena Grandi ‘Presentazioni incrociate’
Doppia presentazione al CDD: Adriana Lorenzi e Elena Grandi converseranno tra di loro presentando l’una il libro dell’altra, entrambi pubblicati dalla casa editrice Erickson.
Il tema è in parte comune perché le due autrici utilizzano storie di vita nei loro laboratori.
Nel caso di Adriana Lorenzi si tratta di laboratori di scrittura rivolti a utenti dalla diversa provenienza: scuola, carcere, università, associazioni culturali, centri anziani e altro ancora. A Ferrara, Adriana è ben nota avendo condotto da anni diversi laboratori – di cui molti al Centro Documentazione Donna – che hanno avuto sempre molto successo non solo grazie alla sua competenza ma anche alla sua capacità di coinvolgimento. Il libro “Le sette lampade della scrittura” è composto da due parti separate che si leggono capovolgendo il libro: nella prima parte l’autrice racconta le motivazioni che l’hanno spinta a occuparsi di scrittura creativa, la seconda parte è invece una guida ragionata del metodo impiegato durante gli incontri.
Il libro di Elena Grandi “Costruire la storia di vita con la persona con demenza” è strutturato come l’altro, facendo parte della stessa collana della Erickson, comprende una parte di riflessione e una pratica, ed è anch’esso il frutto del un percorso lavorativo dell’autrice.
Elena Grandi scrive di dovere molto alle sue radici familiari, a un’educazione ricevuta nel rispetto della vecchiaia, di chi ha vissuto a lungo e racchiude esperienza e quindi saggezza. Successivamente, Il suo lavoro come operatrice presso un Centro Diurno Alzheimer, l’ha messa in contatto con i bisogni inespressi delle persone con le quali ha cercato di trovare un ponte di comunicazione. Ha cercato vari stratagemmi per “creare memoria” e uno di questi è stato di utilizzare la fotografia per creare un percorso visivo in cui la persona si riconoscesse come persona attiva. Di seguito è nato il desiderio di racchiudere in una specie di manuale tutto quanto stava sperimentando, per poterlo condividere con tutti coloro che vivevano una quotidianità – non sempre facile – con persone con disturbo di memoria.
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