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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Il Consiglio Comunale, nella seduta straordinaria del 26 ottobre, ha adottato il nuovo “Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica dei capanni per la pesca sportiva e ricreativa”.
Il documento decreta il riconoscimento dei cosiddetti “bilancioni”, considerati elementi caratteristici del paesaggio vallivo di Comacchio, come già previsto dal Piano Regolatore Comunale e dal Piano di Stazione del centro storico dell’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità – Delta del Po.
Attualmente, ne esistono 171, distribuiti sui principali canali di collegamento con il mare attraverso il Canale Navigabile, il Logonovo e lungo l’argine Ovest di Valle Fattibello. Secondo il nuovo Piano particolareggiato, gli stessi dovranno sottostare a parametri ben precisi, utili a ridurre al minimo l’impatto ambientale, eliminando gli elementi incongrui, quali eternit e i generatori di corrente. Il loro utilizzo, subordinato ad apposita autorizzazione del Comune, sarà, infatti consentito solo per attività di pesca, ricreative e di svago, e non dovrà creare uno “sforzo” eccessivo per l’ambiente vallivo.
I capanni dovranno obbligatoriamente essere realizzati, esclusi gli elementi galleggianti, in legno (anche riciclato o ricomposto) non esotico e certificato e, per garantirne ulteriormente la compatibilità ambientale il sistema d’illuminazione non dovrà essere rivolto all’esterno della struttura. Quest’ultima inoltre non dovrà occupare più della metà della larghezza dello specchio d’acqua o danneggiare in alcun modo gli argini e il normale flusso dei canali.
“Alla redazione di questo Piano particolareggiato, che è stato oggetto di discussione da almeno due anni a questa parte, – ha spiegato soddisfatto il Vice sindaco Denis Fantinuoli- hanno collaborato proficuamente l’Ente Parco, quale soggetto promotore e il Comune, sentiti preliminarmente anche la Provincia, il Servizio Tecnico di Bacino-Po di Volano, l’AIPO, ma anche le associazioni dei capannisti. L’approvazione di questo documento, volto a fronteggiare una situazione rimasta in sospeso da almeno 40 anni è, quindi, un passo importante nel percorso di rigenerazione turistico-ambientale della costa”.

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