Adeguamento stadio Paolo Mazza: ecco cosa non ci convince
da Movimento 5 stelle Ferrara
Ecco cosa non ci convince dell’adeguamento dello Stadio Paolo Mazza deliberato ieri in Consiglio comunale:
1. Non c’è nessuna attenzione per la riqualificazione del quartiere, nonostante le promesse e una nota testuale nel documento di variazione di bilancio: “… anche in relazione al mantenimento dell’ordine pubblico in una zona, quale quella dello stadio (GAD), caratterizzata di per sé da elementi di degrado sociale in un tessuto urbano specificatamente cittadino.”
I 2 milioni che saranno spesi per l’adeguamento non avranno alcuna ricaduta sul degrado, né sulla riqualificazione del quartiere. Anzi!;
2. Come sono saltati fuori 2 milioni di “tesoretto” per lo stadio, come mai non saltano mai fuori i soldi per la bonifica dei siti contaminati o per adeguare le scuole (i nostri figli!) alle norme di decoro e soprattutto sicurezza?;
3. Gli interventi rendono inutilizzabili gli spazi “sotto” lo stadio: il quartiere ne soffrirà ulteriormente, sono tutti spazi fantasma che si prestano a cattivi utilizzi;
4. È certo che il disagio per i residenti sarà ancora più insopportabile – se possibile – e i rischi per la sicurezza aumenteranno inevitabilmente;
5. Non c’è nessuna attenzione per la valutazione di un progetto che contribuisca in qualche modo a prefigurare uno spazio polifunzionale, che un domani possa essere utilizzato per qualcosa che non sia solo calcio (musica, concerti, saggi sportivi, spettacoli diversi) che porterebbe, questo sì, nuova vita al quartiere. Sono solo soldi (tanti!) spesi per permettere la crescita del numero degli spettatori, così come imposto dalle normative;
6. Quali passi sono stati fatti per favorire, in un ottica di medio/lungo periodo, la nascita di un nuovo stadio fuori città, che soddisferebbe tifosi, residenti GAD, tutti i cittadini, permetterebbe la creazione di nuovi posti lavoro e la creazione di uno stadio realmente polifunzionale? Quali impegni è in grado di prendere il Comune, quali intenzioni sono state espresse anche dal patron Colombarini? Visto la partnership che il Comune sta mettendo in piedi, sarebbe logico aspettarsi un piano di medio/lungo periodo;
7. Questa era un’occasione (già non è stato fatto l’anno scorso!) per programmare e spendere i soldi in maniera oculata ed efficace. Invece ci ritroviamo a correre dietro agli adeguamenti obbligatori, senza alcun valore aggiunto per la città;
8. Comprendiamo l’interesse ad avere una buona squadra in città: si può essere tifosi e allo stesso tempo desiderare che i soldi del Comune (di tutti noi!) vengano spesi oculatamente. Non si tratta di essere pro o contro la Spal. Questa contrapposizione è strumentale e noi la respingiamo con forza. Qui si parla della città di Ferrara in quanto luogo di comunità: non è una guerra tra tifosi, non tifosi, residenti GAD, non residenti, gente che si diverte e gente che non si diverte. Qui si tratta di avere una visione ed agire di conseguenza, oppure non averla e lasciarsi trascinare dagli eventi.

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Riceviamo e pubblichiamo
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)